Recentemente il deputato Mauro Pili ha presentato un’interrogazione sul Vermentino Doc, dicendosi imbufalito per una decisione dell’Ue sul fatto che il nome del Vermentino non poteva essere appannaggio solo della Sardegna e che poteva essere imbottigliato anche fuori dell’Isola. Pertanto, intendeva rivolgere una vibrata protesta a tutela del nome del vitigno e della relativa Denominazione di origine controllata (Doc) che caratterizza l’enologia della Sardegna nel mondo.
In verità, già da diversi anni, il Vermentino di Sardegna viene imbottigliato nella Penisola da aziende che già lo facevano negli anni precedenti e non è da oggi che i nomi dei vitigni sono liberi e coltivabili laddove essi sono autorizzati. La difesa del vitigno riguarda la Doc che lo abbina strettamente ad un territorio geografico, come nella Docg Vermentino di Gallura o nella Doc Vermentino di Sardegna o nella Igt (Toscana-Vermentino). Già con la legge 164 del 1992 si cercò di non legare più un vitigno al territorio (come le Doc sul Vermentino, o centinaia di altre come, per esempio, il Nuragus di Cagliari, il Verdicchio di Jesi, ecc.), ma di seguire l’esempio dei francesi con il Bordeaux, lo Chateneuf du Pape, o dei nostri Chianti, Barolo, Mandrolisai, Torgiano, e tanti altri. Lo stesso problema, sono certo, accadrà per il Carignano, quando molti ne scopriranno il richiamo del nome e le potenzialità che possiede questo vino (una volta famoso come vino da taglio) che sarà coltivato in tante altre Regioni e Paesi.
La filosofia della legge 164 era quella di disabituare il consumatore a identificare i vini non tanto con i vitigni, ma col territorio, onde evitare proprio queste confusioni, come quella che ha fatto attivare l’onorevole Pili. Mi chiedo invece perché l’onorevole non si sia attivato nel rimuovere un ostacolo che impedisce alla Sardegna di abbinare il nome del Vermentino alla Igt Isola dei Nuraghi, quando esso può invece essere utilizzato dalle Igt Toscana, Puglia, Sicilia e da tutte quelle Regioni nelle quali ne sia autorizzata la coltivazione. Purtroppo, noi siamo sempre i primi a farci del male, pensando che un Vermentino ad Igt Isola dei Nuraghi danneggerebbe le due suddette denominazioni, però non possiamo impedire che sul mercato si trovino dei vini ad Igt a base di Vermentino, così come in Francia con i Vin de Pays, e addirittura col solo nome di Vino bianco, dagli Usa e dall’Australia.
Il mio grande e compianto amico Giovanni Enna, commediografo in sassarese e campidanese, mai debitamente e meritatamente ricordato dai nostri critici locali, definiva la causa di certe ottusità al “sardo fiero e silenzioso”.
Romano Satolli – Consulente in legislazione vinicola e Presidente regionale Unione Nazionale Consumatori
(admaioramedia.it)
3 Comments
Giampiero
Vorrei anche sottolineare che se il Cannonau non rischia la stessa fine del Vermentino, lo dobbiamo sempre a Romano Satolli, il quale durante i suoi 22 anni in seno al Comitato Nazionale di Tutela dei Vini a DOC presso il Ministero dell'Agricoltura, battendosi da solo contro l'opposizione di altri colleghi di tutta Italia, è riuscitoa far fare un D.M. che ammette l'uso ddel vitigno Cannonau esclusivamente ai vini a DOC e DOCG della Sardegna.
Michela Cani
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Chris Chris
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