Ormai è certo: la politica ha preso il monopolio delle università Italiane. Il presidente dei rettori italiani è Gaetano Manfredi, fratello del deputato Pd Massimiliano, e lo strumento per la gestione del controllo è il Decreto Natta, fortemente voluto dal premier Renzi, il quale prevede l’arrivo di 500 super-professori scelti da commissioni speciali che, a differenza di quelle attuali che operano gratis, costeranno 160mila euro ciascuna. La contestazione più forte è relativa al fatto che, a capo di questi organismi di valutazione, ci saranno degli esperti nominati direttamente dalla Presidenza del Consiglio.
Alcuni rettori e docenti delle altre regioni stanno facendo girare una petizione per sollecitare il ritiro immediato del decreto, mentre vorremmo capire se a Cagliari la nostra Rettrice è favorevole o meno al Decreto Natta e, nel caso, voglia illustrare quali ripercussioni avrà il suddetto decreto sulla vita accademica cagliaritana. Quale occasione migliore se non quella dell’odierna cerimonia per l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2016-17 dell’Università di Cagliari. Esiste una volontà politica basata su come far soccombere sempre e solo le stesse università, ovvero quelle ormai già in asfissia del centro-sud pure per l’ultima invenzione dell’Anvur, dove per magia gli algoritmi attribuiti determineranno il supplizio finale dei nostri Atenei di serie B.
Di fatto anche la politica regionale si sta mettendo in linea con il diktat nazionale: accorperà, dopo l’Azienda Unica, anche le Facoltà di Medicina e Chirurgia delle due città sarde, e Sassari, eventualmente, sarebbe privilegiata rispetto a Cagliari per ovvie ragioni politiche di ‘campanilismo spicciolo’. Nonostante quest’estate, nell’Ateneo cagliaritano abbiamo assistito orgogliosi ad un susseguirsi di manifestazioni al merito per la Facoltà di Medicina: è stata affidata la borsa più prestigiosa in Italia tra tutti i giovani chirurghi italiani ed uno studioso, specializzando in Orl della Scuola di specializzazione di Cagliari, a Dubai ha ricevuto il ‘primo premio’ tra tanti giovani studiosi provenienti da 18 paesi di tutto il mondo.
Alla luce di questi dati, si attendono maggiori attenzioni nei confronti dell’Università di Cagliari e della Facoltà di Medicina da parte delle Istituzioni Regionali e non solo. Invece, nella più completa indifferenza, anche il finanziamento per l’unica “Borsa regionale per lo studio nella disciplina Orl” è stata offerta alla Scuola di Sassari, senza che quest’ultima attualmente possegga merito o requisiti e benché la Scuola di specializzazione cagliaritana risulti essere in questi ultimi anni sempre al centro dell’interesse di una platea scientifica internazionale importantissima. Tutto coincide. Ricordiamo quale posizione assunsero l’assessore della Sanità Arru ed il direttore dell’Assessorato, al convegno sulla sanità, più di un anno fa, per la presentazione della riforma regionale per la rete ospedaliera: esponendo il progetto della Asl unica si ipotizzò anche l’università unica, coi politici del governo regionale restii ad accettare quale interlocutore l’Università. Ciò accese un certo allarmismo, oggi confermato dagli eventi. Questo favorirà l’instaurarsi di una nuova baronia universitaria. Non vorremmo che la politica regionale ci fagocitasse con tanta facilità: se così fosse dovremmo difendere con forza il nostro Ateneo cagliaritano.
Sabina Pusceddu (Segretario Confsal Università – Cisapuni)
(admaioramedia.it)
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Jannet Ta
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