Iniziare ad analizzare una partita elogiando gli sconfitti è sempre un esercizio difficile, considerato che la partita è stata una battaglia anche nervosa e la Dinamo l’ha vinta dopo 55 minuti molto intensi.
Allora diciamo che la Reggiana ha sorpreso ancora, poiché in tanti pensavano che il fatto che nemmeno avessero fatto partire Lavrinovic direzione Sassari fosse un chiaro segnale che si stesse già pensando a gara sette. Invece no! Sono sbarcati in Sardegna col chiaro intento di vincere lo scudetto alla sesta gara rimanendo sempre incollati alla squadra sassarese. La parità è stata totale: pari al termine del primo tempo, pari ai minuti quaranta, quarantacinque e cinquanta. E Reggio è stata molto vicina a vincerla in più occasioni ma , soprattutto, al termine del primo supplementare quando si è ritrovata avanti di 5 punti a 48 secondi dalla fine ma Logan tira da casa sua (di tabella) dando il la per il nuovo overtime. Già Dyson, uomo capace di una serie di giocate incredibili compresa una schiacciata che regala il terzo supplementare a difesa schierata (Reggio gli accoppia male Polonara in una uomo improvvisata).
Questa volta la Dinamo ha trovato finalmente le giocate di più uomini con Lawal che giganteggia a rimbalzo e ne mette 25 a referto, Logan che fa quattordici punti nei supplementari e Sanders e Brooks che sembrano oscurati dagli altri ma sono sempre presenti al momento opportuno. Purtroppo per gli italiani, Meo Sacchetti ha accorciato le rotazioni e, nonostante i quindici minuti di proroga gli concede solo qualche briciola di campo. Solito pensiero sugli arbitri: nei primi tre quarti impediscono alla Grissin Bon di andare in lunetta e il primo tiro libero si registra al minuto ventotto. Malgrado tutto hanno fischiato nel caos più totale non incidendo però sul risultato finale.
Gara sette è davvero impossibile da pronosticare, benché il fattore campo abbia resistito bene e la pallacanestro corale di Reggio Emilia si faccia preferire come affidabilità ma la Dinamo è lunatica e, quindi, imprevedibile, fragile e forte al contempo e capace di ritrovarsi a un passo dal baratro e, dieci minuti dopo, a un passo dallo scudetto.
Stefano Muscas (@stefanomuscas)
(admaioramedia.it)
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