E' la scoperta dell'acqua calda ma fa ugualmente notizia il dato del Crenos secondo cui il gap dell'insularità che paga la Sardegna è superiore ad 1 miliardo di euro l'anno. Questo numero, da solo, vale molto più di tante lagne sull'autonomia tradita (soprattutto dalla classe dirigente sarda) e dei sogni sovranisti di oggi.
Lavorare sui numeri è la strada maestra, ci dice Crenos, di un negoziato con lo Stato meno protocollare e meno 'annuncistico', ma fondato invece sul rigore delle cifre. Cifre che, comunque, raccontano anche alcune grandi verità politiche, a partire dal principio che lo Stato non può abbandonare al suo destino una porzione del suo territorio distante più di 200 km (nel punto più vicino, ricorda ancora Crenos) dalla terraferma.
Se vale il principio, per non farla troppo lunga e venendo ai giorni nostri, Soru fece una cagata pazzesca a firmare un accordo con lo Stato che condonava il pregresso e gli consentitva di uscire definitivamente da sanità, continuità territoriale e trasporto pubblico locale (compresa la rete ferroviaria). Pigliaru e Paci hanno fatto meglio? No, come indirettamente ci dice Crenos; rinunciando ai ricorsi una parte del famoso miliardo ha preso il volo.
Resta la politica, ovviamente, ma non c'è da fidarsi. Carte e numeri alla mano, la Sardegna cominci a incassare il suo credito. E basta condoni.
SardoSono
(admaioramedia.it)