"Nel processo di deindustrializzazione, che sta portando alla desertificazione del tessuto produttivo, con fabbriche che chiudono ed operai che perdono il lavoro, la punta dell’iceberg è il territorio del Sulcis Iglesiente". Lo ha detto il capogruppo di Area popolare, Gianluigi Rubiu, che con una mozione auspica un Consiglio regionale permanente per discutere dell’emergenza che ha investito quel territorio.
"Un declino inesorabile con un dramma senza fine che si trascina da tempo per un pezzo di terra segnato da un destino beffardo – ha aggiunto Rubiu – Non solo il sogno della grande industria che si è spezzato, ma anche la devastazione dell’agricoltura ormai messa in ginocchio dall’inquinamento. L'Iglesiente subisce ancora oggi i contraccolpi di una crisi che appare senza via d’uscita, a cominciare dal polo dell’alluminio. Dalla situazione della Portovesme srl, con l’assegnazione degli ammortizzatori sociali a circa 700 lavoratori diretti alla vertenza degli operai della ex Ila di Portovesme. Un gruppo di lavoratori sta trascorrendo da tempo le notti in tenda, in attesa di avere risposte dalla politica sul proprio futuro, legato, come altre fabbriche del Sulcis, al costo dell’energia. Attualmente si tratta di 156 lavoratori che si trovano in mobilità: per 30 di loro è già scaduto il sussidio. Mentre per altri 90 scadrà a giugno. Poi, i lavoratori della ex Rockwool, che sono arrivati a scene di protesta eclatanti, asserragliandosi nella galleria Villamarina della miniera di piombo e zinco di Monteponi a Iglesias. Senza tralasciare i casi della Otefal, Eurallumina e Igea, diventate ormai le scatole vuote di un sogno spezzato."
"La Regione – ha concluso Rubiu – appare inattiva sulle emergenze di questo territorio. E’ necessario aprire un nuovo capitolo per porre fine a questo stato di decadenza". (red)
(admaioramedia.it)