Quando oramai il campionato di Serie A si avvia verso la conclusione, appaiono maturi i tempi per tracciare il bilancio della stagione calcistica vissuta dal Cagliari. I rossoblu hanno giocato il torneo in relativa scioltezza, non mettendo quasi mai a rischio la permanenza in massima serie. Una stagione che, al contempo, verrà conclusa sotto tono, a dispetto delle potenzialità della rosa e, soprattutto, rispetto a quanto lasciato trasparire dalla stessa squadra durante ampi spezzoni della stagione. Ciononostante si potrebbe registrare il ritorno degli isolani nelle prime dieci posizioni della classifica di A. Un decimo posto che i sardi, negli ultimi 20 anni, sono stati in grado di raggiungere solo nella stagione 2008-2009, con Massimiliano Allegri in panchina e Robert Acquafresca a guidare l’attacco rossoblu. Un piazzamento che, pur senza apportare vantaggi economici, rappresenterebbe di sicuro una grande iniezione di fiducia per tutto l’ambiente. Il ritorno della compagine isolana nella top ten del calcio italiano appare essere un obiettivo ancora alla portata, alla luce del fatto che ben cinque squadre di centroclassifica sono racchiuse in tre punti.
Cosa non ha funzionato
Troppi infortuni: si può sintetizzare in queste due parole la principale causa dell’altalenante stagione condotta dai sardi. Mister Maran per gran parte del campionato si è ritrovato a non poter disporre contemporaneamente di almeno 5-6 titolari. Lo stop più grave ha certamente riguardato l’argentino Castro (rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro), ma anche i vari infortuni occorsi a Birsa, Klavan, Cacciatore, Bradaric, Cerri, Thèrèau, Faragò e Pellegrini hanno inciso, e non poco, sull’equilibrio e sul morale dello spogliatoio. A tali fattori va aggiunta l’involuzione che ha riguardato Joao Pedro: la quinta stagione consecutiva giocata in maglia rossoblu doveva essere quella della definitiva consacrazione ed invece il calciatore cresciuto nelle giovanili dell’Atletico Mineiro si è reso protagonista, ancora una volta, di performance discontinue ed altalenanti, alternando un rendimento poco prolifico sotto porta a spettacolari fiammate realizzative. A 27 anni compiuti, Joao ha ormai la necessità di dare una vigorosa sterzata alle proprie prestazioni in campo, pena l’impossibilità di sfruttare le innegabili qualità tecniche di cui dispone.
Nelle ultime giornate, inoltre, abbiamo assistito ad un calo più psicologico che fisico, dovuto, probabilmente, alla consapevolezza di aver disputato un campionato positivo che, sostanzialmente in linea con le aspettative di inizio stagione, ha inciso negativamente sulla cattiveria agonistica e sul mordente della squadra dei “Quattro Mori”. La grande disinvoltura manifestata a tratti ha lasciato ben presto il posto a risultati deludenti ed ha fatto trasparire una immaturità su cui bisognerà lavorare duramente il prossimo anno. Di fatto, a due giornate dal termine del campionato, la salvezza non è ancora stata raggiunta matematicamente, nonostante al 14 di maggio secondo le scommesse Betway sulla Serie A a quota 10, la retrocessione del Cagliari sia altamente improbabile. Urge, in ogni caso, un repentino cambio di mentalità della compagine isolana tale da garantire una continuità di stimoli e di motivazioni lungo tutto l’arco della stagione.
Gli aspetti positivi della stagione in corso ed un occhio al futuro
Non mancano però i presupposti per guardare al futuro con uno sguardo positivo. Innanzitutto, merita una menzione particolare il campionato di Leonardo Pavoletti: l’attaccante livornese, alla seconda stagione in Sardegna, ha già eguagliato il record personale dei 14 goal segnati in un singolo torneo di A e, forte di uno strepitoso momento di forma, punta a migliorare tale primato entro la fine della stagione regolare. Ricordiamo inoltre che, al momento, il bomber labronico, come ricordato da Sky Sport, è uno dei più forti cannonieri europei per quanto concerne la specialità della casa, ossia le marcature segnate mediante il colpo di testa. Ma la stagione 2018-2019 andrà anche ricordata per la definitiva esplosione di Nicolò Barella. Il centrocampista sardo, andato già in goal con la maglia azzurra della nazionale maggiore, ha consolidato il ruolo di leader del gruppo ed ha affinato le innumerevoli doti tecniche in suo possesso. Sempre più punto di riferimento dello spogliatoio, la crescita del progetto di Mister Maran passa, senza ombra di dubbio, per la riconferma del ventiduenne centrocampista anche nella prossima stagione.
A tali elementi va aggiunto che il campionato che sta per andare in archivio verrà ricordato anche per lo sblocco della vicenda legata alla costruzione dell’impianto sportivo. Per garantire una crescita continua e costante, nonché per alzare l’asticella degli obiettivi, serve imprescindibilmente passare per la progettazione e la costruzione del nuovo stadio. Proprio l’inizio dei lavori del novello impianto dei rossoblu al posto del vetusto Sant’Elia (operazioni previste entro il 2020, l’anno del centenario) rappresenta il prossimo definitivo passo per il consolidamento del club. Godere di una ‘casa’ con una capienza da 25.000 posti, ampliabili fino a 30.000 così da rispettare i parametri stabiliti dalla Uefa nelle ipotesi di eventi internazionali, è il viatico necessario per permettere il ritorno in pianta stabile del Cagliari Calcio ad alti ed altri livelli. Al netto di quanto detto sopra non è possibile tracciare un bilancio univoco della stagione calcistica che sta per concludersi. La sensazione è che il Cagliari 2018-2019 si sia lasciato dietro una sensazione agrodolce, una percezione di squadra incompiuta. Tuttavia, vi è anche la convinzione che la strada intrapresa sia quella giusta e che il prossimo campionato, con un pizzico di fortuna e di audacia in più, possa essere quello della consacrazione dell’attuale progetto societario.
Per fare ciò bisognerà, per forza di cose, muoversi lungo due direttrici ben definite. In primis, alzare gradualmente l’asticella degli obiettivi stagionali, con l’ottavo posto in campionato che garantirebbe non solo l’ingresso direttamente negli ottavi di finale della successiva edizione della Coppa Italia, ma anche un sensibile miglioramento della quota di ripartizione dei diritti tv. In secondo luogo, resistere alle sirene di mercato, fondamentale ed imprescindibile segnale da parte della proprietà. Evitare di cedere i propri top player potrà valere come e più di un grande colpo di mercato. La solidità della squadra andrà necessariamente accompagnata alla continuità tecnica dell’organico già a disposizione. Solo facendo maturare il gruppo con calma e rafforzandolo con elementi di esperienza si potranno raggiungere obiettivi che ad oggi sembrano impensabili, su tutti il ritorno in quella Europa che manca dal 1994. (contributo redazionale esterno)
(sardegna.admaioramedia.it)