Confraternite, processioni, riti, Misteri, cerimonie del tutto assimilabili tra loro, nate in Andalusia, e che si svolgono ancora oggi durante la Settimana Santa nei territori che sono stati sotto la dominazione spagnola, come in Sardegna ed in Sicilia, ma anche in vari centri dell’Italia meridionale. Celebrazioni, che in alcuni casi iniziano già nei venerdì di quaresima, in un connubio di religiosità, tradizione e folclore.
In Andalusia, la “Semana santa” di Siviglia è il più importante avvenimento della tradizione religiosa della regione e tra le più importanti dell’intero panorama mondiale. Fin dal XVI secolo le confraternite di passione o di penitenza rievocano i sacri eventi con processioni e seguendo costumanze consolidate. La manifestazione inizia il giorno della Domenica delle Palme e termina in corrispondenza della Pasqua e fino a 60 confraternite portano in processioni immagini relative alla Passione di Cristo. Sono molti gli abitanti di Siviglia che accompagnano le immagini vestendo l’abito di Nazareno e indossando in testa il capirote, cioè il caratteristico copricapo a punta. Alcuni portano ceri, croci, turiboli dove brucia l’incenso; altri, detti costaleros, si portano sulle spalle le andas sui cui poggiano statue sacre. La Settimana Santa viene vissuta durante tutto l’anno, le confraternite lavorano giorno per giorno attraverso quelli che vengono definiti i suoi tre pilastri fondamentali: formazione, culto, carità. I Pasos, le vare (i carri), sono gli elementi peculiari delle processioni, costituiti da statue o gruppi di immagini che raffigurano la Passione. Così chiamati perché trasportati al lento incedere dei passi dei portatori posti all’interno della struttura. I riti della passione sono il culmine delle attività che però si protraggono per tutto l’anno. Altre celebrazioni importanti si svolgono nella provincia di Córdoba.
A Cagliari si svolge una Processione dei Misteri, il Venerdì di Passione, che si snoda per le strade dei più antichi quartieri cagliaritani, toccando progressivamente sette chiese. In ciascuna entra uno dei Misteri, secondo l’ordine cronologico della passione, per una visita al Santissimo accompagnata da una breve meditazione e il canto di un inno. Il simulacro viene sempre accompagnato all’interno dell’edificio sacro da quello dell’Addolorata, mentre gli altri sostano all’esterno consentendo ai portatori qualche minuto di riposo. I Misteri sono sette statue lignee, realizzate nel 1758 dallo scultore sardo Giuseppe Antonio Lonis. Rappresentano i principali momenti della passione di Gesù (l’Agonia nell’Orto, la Cattura, la Flagellazione, la Coronazione di spine, il Viaggio al Calvario e la Crocifissione) e la Madonna Addolorata. Tra le tradizioni sarde della Settimana Santa, quella che ha mostrato maggiore vitalità, e risulta ancora conservata in quasi tutti i centri dell’isola, quella detta de S’Incontru, l’incontro, quello che, secondo i vangeli apocrifi, sarebbe avvenuto subito dopo la sua resurrezione tra Gesù e la Vergine Maria. A Cagliari, la suggestiva cerimonia viene celebrata per ben tre volte con minimi scarti di orario, a cura delle parrocchie storiche dei quartieri di Marina, Stampace e Villanova. Quest’ultima è quella che solitamente vede il maggiore afflusso di fedeli. La mattina della Domenica di Pasqua le statue di Gesù Risorto e della Vergine Gloriosa, uscite rispettivamente dalla parrocchiale di San Giacomo e dall’oratorio del Santo Cristo a Villanova portate a spalla dai confratelli del Santo Cristo, si incontrano in piazza Garibaldi. Appena giunte l’una presso l’altra, alla statua del Figlio, secondo l’antico cerimoniale di corte spagnolo, vengono fatti compiere tre inchini o riverenze che la statua della Madre ricambia subito dopo. Quindi, affiancati, i due simulacri vengono portati a San Giacomo, per la celebrazione della solenne messa cantata.
A Sassari, il Comune ha aderito al Protocollo d’intesa per il riconoscimento dei riti della Settimana Santa come patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco promosso dall’associazione Europassione per l’Italia. Le processioni, le funzioni religiose, le veglie, le adorazioni e la via Crucis accompagnano i fedeli nei giorni precedenti alla Pasqua di Resurrezione in una suggestiva atmosfera, che richiama secolari tradizioni. La città è già insignita del riconoscimento Unesco per la Discesa dei Candelieri, manifestazione inserita nella rete delle grandi macchine a spalla.
In Sicilia, la Processione dei Misteri del Venerdì Santo di Trapani è nota in tutto il mondo. I Misteri, sono venti raffigurazioni artistiche, ognuno dei quali rappresenta una scena della passione di Cristo e sono stati realizzati da artisti trapanesi in tela, legno e colla e poggiate su una base in legno. Le vare sono affidate ai ceti (mestieri) e vengono addobbate per l’occasione con splendide composizioni di fiori ed oggetti in argento, e dal 1600 ad oggi. In origine i gruppi sacri erano solo sei cresciuti nel tempo, oggi ne possiamo ammirare diciotto più due simulacri di Gesù Morto e di Maria Addolorata. Il più antico tra questi è l’Ascesa al Calvario che nel 1612 fu affidato alla categoria dei lavoratori a giornata. All’inizio la processione era seguita dai cantori, mentre alla fine del 1800, questi furono sostituiti dalle bande musicali. E’ la più lunga processione, iniziando alle 14 del venerdì e rientrando nella chiesa del Purgatorio dopo 24 ore. La notte è il momento più intenso ed emozionante della Processione dei Misteri, quando la luce fioca delle piccole vie del centro trasforma i volti stanchi dei portatori, il bagliore delle candele fa splendere gli argenti e solo le ciaccole scandiscono i tempi del lungo percorso, dando il ritmo anche al passo della gente che, per curiosità o per visione spirituale, ha deciso di seguirli per tutta la notte.
Altrettanto suggestiva è la Settimana Santa a Caltanissetta, con diverse manifestazioni religiose che si concatenano l’un l’altra dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Pasqua. “A Caltanissetta l’articolazione spazio-temporale dei momenti rituali della Settimana Santa richiama forme e modelli ideologici propri della tradizione post-tridentina avvicinandosi con maggiore evidenza alla Semana Santa di tradizione iberica – spiega Ignazio Buttitta, ordinario dell’Università di Palermo – È un succedersi di processioni, di funzioni solenni, di pratiche rituali che hanno come protagonisti, oltre ai singoli fedeli, le maestranze eredi delle corporazioni di mestieri e la Real maestranza. Le cerimonie che caratterizzano la Settimana Santa sono infatti numerose e articolate, esito di accumuli e trasformazioni, di interventi ecclesiastici e di mutamenti della vita religiosa e politica del paese. Esse ritraducono in simboli la comunità stessa, le sue norme e i suoi valori, le sue partizioni e la sua stessa storia”.
Vito Orlando
(sardegna.admaioramedia.it) (in collaborazione con sicilia.admaioramedia.it)