Con puntualità svizzera, le imminenti elezioni europee ci regalano l’ultima presa di posizione dell’implacabile Michela Murgia, che, sull’onda del suo stucchevole ‘fascistometro’ che metterebbe in orbace anche Lenin e Fidel Castro, intende salvare l’Italia, l’Europa, il Mondo, e probabilmente l’intero sistema solare, dai disumani ‘sovranisti’ che si oppongono alla narrazione immigrazionista di questi anni.
Da sedicente indipendentista, come si è dichiarata Lady Matria (“Sono un’indipendentista sarda e non è un segreto per nessuno che in questi anni non abbia sostenuto alcuna forza politica italiana”), da anni nota molto più per le sue sparate politico-sociologiche che per nuove opere letterarie, si concede l’ennesima ‘vacanza’ dal suo ‘credo’ politico, forse non molto sentito: “…a queste elezioni non starò a guardare”. Già anni addietro, ai tempi della sua sfortunata candidatura a Presidente della Regione, fu canzonata per la sua ambiguità e raccontata come una “indipendentista a cucù”. Ora, con un videomessaggio, l’autrice del romanzo “Accabadora”, ha raccontato di voler anteporre, alla propria asserita lontananza dai partiti italiani, la propria identità di “attivista dei diritti umani e dei diritti civili”, preoccupata per le sorti del Mediterraneo: “La più grande autostrada dell’antichità, oggi divenuto il cimitero più importante in forza delle politiche italiane ed europee che stanno facendo discriminazione fra i poveri e i più poveri ancora per poter governare meglio tutti e servire ancora meglio invece i più ricchi “. Quindi, alle imminenti elezioni europee, sosterrà la lista “La Sinistra”, capitanata da Nicola Fratoianni, più noto per il tempo che passa nelle trasmissioni televisive ed a bordo delle navi ong che per il mandato parlamentare, per cui è profumatamente pagato dai cittadini.
Chi segue da tempo le evoluzioni della scrittrice cabrarese non resterà stupito: le dichiarate simpatie indipendentiste non hanno, infatti, mai fatto venir meno il suo senso dell’opportunità, che le ha sempre suggerito di rimanere strettamente in contatto coi giri editoriali e culturali della sinistra radical chic. Se oggi è una firma, addirittura di punta, del settimanale ”L’Espresso” (gruppo De Benedetti) – che da voce della sinistra laica italiana è diventato da tempo (in particolare con la direzione del cattocomunista Marco Damilano) fogliaccio complottista russofasciofobico – in passato la Murgia ha intensamente collaborato coi giornali vicini all’astro morente della sinistra isolana, Renato Soru, sia con ”l’Unità”, quando l’ex Governatore ne era proprietario, sia con testate regionali ancora più sfortunate come “Sardegna 24”, quotidiano di ispirazione soriana durato sette mesi. Eppure, la sua anima indipendentista la dovrebbe portare sui lidi degli irriducibili di Autodeterminatzione (dove sono confluite molte delle compagini che nel 2014 l’avevano sostenuta nella sua sfortunata corsa verso Villa Devoto), ma consapevole di come costoro vadano regolarmente ad impantanarsi, trovando l’indifferenza dell’elettorato, sia alle Politiche che alle Regionali, il suo senso dell’opportunità la porta a tenersi buoni quelli che ancora contano qualcosa.
D’altronde, i pochi indipendentisti ‘puri’ rimasti in giro difficilmente ignoreranno la scivolosa contraddizione in cui la Murgia è incorsa definendo il Mediterraneo in maniera idilliaca come “autostrada dell’antichità”, oggi chiusa da quei cattivoni dei ‘sovranisti’ italiani. La retorica indipendentista, invece, tradizionalmente vede il mare come luogo da cui sono giunti tutti gli invasori. Comunque, oggi, la grande maggioranza dei Sardi, anche quelli non indipendentisti, convengono sull’idea che le frontiere marittime vadano difese non meno di quelle di terra e non saranno certamente le trovate di una scrittrice di Cabras, sostenute soprattutto dal circo mediatico-culturale ‘de sinistra’, a fargli cambiare idea.
Caesar
(sardegna.admaioramedia.it)