Anche il Consiglio comunale di Calasetta, dopo quello di Sant’Antioco, ha deciso, con l’approvazione di un’ordine del giorno, la moratoria sulla pesca del riccio di mare.
Con questo provvedimento si punta a salvaguardare la risorsa consentendone il ripopolamento e si chiede alla Regione di prevedere lo stop della pesca del riccio di mare nelle acque dell’isola di Sant’Antioco per almeno due anni, a partire dalla stagione 2019/20. Analoga iniziativa era stata adottata dal Consiglio comunale di Sant’Antioco a gennaio, perciò adesso i due Comuni hanno fatto fronte comune con l’obiettivo di rappresentare in sede regionale l’istanza: porre un freno al prelievo sconsiderato di questa preziosa risorsa marina.
«Abbiamo aderito con piacere all’iniziativa avviata dal Consiglio di Sant’Antioco – ha commentato il sindaco di Calasetta, Antonio Vigo – i nostri due Comuni condividono la preoccupazione diffusa dei pescatori locali e dell’intera cittadinanza sull’impoverimento della risorsa riccio di mare, un fenomeno avvertito come vera e propria emergenza. Non possiamo restare indifferenti di fronte a uno sforzo di pesca preoccupante che di questo passo porterà all’esaurimento di questa prelibata specie marina. È evidente che le misure adottate fino a oggi dalla Regione si sono rivelate insufficienti per arginare il problema. Costituendo un fronte compatto desideriamo che gli assessorati regionali competenti ne prendano atto e ascoltino la nostra richiesta, adottando tutte le misure del caso».
Il Golfo di Palmas e i mari che circondano l’isola di Sant’Antioco sono meta prediletta di pescatori professionisti e sportivi provenienti da ogni angolo della Sardegna, perciò ogni anno i fondali vengono presi d’assalto per la pesca del riccio, contribuendo alla ‘distruzione’ del patrimonio ittico: «Non è possibile accettare passivamente ciò che è sotto gli occhi di tutti – ha aggiunto il Primo cittadino – Auspichiamo che gli altri Comune dell’Arcipelago del Sulcis si uniscano in una battaglia che riguarda tutte le popolazioni sulcitane. È doveroso intervenire, prima che sia troppo tardi». (red)
(sardegna.admaioramedia.it)