Dopo settantacinque anni, sabato scorso, durante una cerimonia che ha reso omaggio al sacrificio del soldato Ettore Pitzalis di Guasila, per la prima volta si sono incontrati i membri delle due famiglie protagoniste di una storia di guerra scoperta recentemente grazie alle ricerche condotte da Costanza Villani e Gabriele Baldi.
“Carissimi genitori, oggi, trovandomi con un grosso dispiacere ancora più del tempo passato, vengo a darvi nota in questa piccola lettera, con la quale vorrei spiegarvi tutta la mia triste vita da come me l’ho passata…”, così scriveva Ettore Pitzalis che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 non era riuscito a rientrare in Sardegna e in attesa del passaggio del fronte, aveva trovato ospitalità presso una famiglia di Coperzano di Vaglia, comune della città metropolitana di Firenze. Nei giorni più critici si era dato alla macchia e aveva trovato rifugio alla Madonna del Sasso, superando indenne il fronte, ma, impaziente di avere notizie della famiglia che per sei mesi lo aveva ospitato e tenuto come un figlio, la famiglia Bugetti, volle tornare a cercarli e nell’attraversare le linee tedesche venne catturato e fucilato sul ciglio della via Faentina presso Vetta le Croci. Era il 4 settembre 1944: Ettore aveva 21 anni. Il suo corpo venne ritrovato due mesi dopo e nel portafogli aveva una lettera, scritta mesi prima, diretta alla famiglia: “Genitori avrei tante cose da dirvi, ma non posso; vi raccomando di ricompensare questa buona famiglia, la quale ci ha sostenuto in questi mesi, come mi sembra che nessun altro avrebbe fatto…”
In via di Campolungo, nel muro della casa della famiglia Bugetti che lo ospitò, è stata inaugurata una targa dedicata a Pitzalis, mentre a Vetta le Croci (km 15.4), dove il soldato venne fucilato, sarà piantato un albero in sua memoria, con una piccola targa ricordo. (red)
(sardegna.admaioramedia.it)