Gli sbarchi di immigrati in Italia sono praticamente azzerati, ma il sistema della loro accoglienza, ovviamente, anche in Sardegna, non conosce interruzioni perché il problema dei rimpatri di chi non ha diritto alla protezione internazionale è ancora lontano dall’essere risolto.
Secondo i dati forniti, a gennaio, dall’assessore regionale degli Affari generali, Filippo Spanu, nelle strutture di accoglienza dell’Isola sono ospitati 2.552 immigrati: 2.328 nei 97 Cas, 224 sono inseriti nei 16 Sprar. Mentre i minori non accompagnati sono 222. Ovviamente, tutto a carico dello Stato ed in minima parte con la compartecipazione di fondi europei. Cifre che non tendono a diminuire e che permarranno elevate ancora per chissà quanti altri anni. Milioni di euro che hanno alimentato il business dell’accoglienza, con tante buste paga che ruotano intorno al sistema, alimentato anche da una dissennata spesa pubblica promossa dalla Giunta Pigliaru, il cui epigono Spanu si è sempre dichiarato soddisfatto degli obiettivi raggiunti: “Il sistema dell’accoglienza sta dando importanti opportunità di lavoro ai sardi con almeno 1.200 persone (psicologi, mediatori culturali, assistenti sociali ed amministrativi, nda) coinvolte nell’attività per gli migranti”.
Se nel trimestre aprile-giugno 2018, dal bilancio della Prefettura di Cagliari erano ‘usciti’ quasi 5.6 milioni destinati all’accoglienza degli immigrati (oltre il 62% del totale), nel trimestre successivo (luglio-settembre) le spese, sempre riferite ai mesi precedenti, sono diventate oltre 5.9 milioni di euro, sfiorando il 70% del ‘totale’ prefettizio. I Cas (Centri di accoglienza straordinaria) incassano 5.6 milioni di euro: tra questi spiccano oltre 890mila per l’associazione “Diomira” onlus di Carbonia, che opera nel Sulcis-Iglesiente; 496mila per “Silvia” di Cagliari, che lavora a Villasor, Selargius ed Assemini; 413mila per la cooperativa “Atlantia” di Sestu (ex Motel Agip); 351mila euro per la Caritas; 261mila alla “Servizi sociali” di Messina; 217mila alla “Leoni e Mellino” di Sinnai (albergo “Abbablu” di Solanas); 200mila della “Tre Fontane” cooperativa di Roma; quasi 178mila del “Sicomoro” di Cagliari (centro per minori a Capoterra). Poi, ci sono 285mila euro per l’assistenza psicologica ai minori stranieri non accompagnati (msna), ripartiti tra undici Comuni (Assemini, Cagliari, Capoterra, Iglesias, Narcao, Mandas, Portoscuso, Villasor, Villanovaforru, Villaspeciosa ed Elmas), oltre a 6.600 euro per i gettoni di presenza della Commissione territoriale per il diritto d’asilo, che esamina le richieste di protezione degli immigrati.
A proposito della Commissione, è bene ricordare che, nel triennio 2015-17, è riuscita ad esaminare poco meno del 40% delle domande (8.825), riconoscendo lo status di rifugiato solamente a 245 immigrati: appena il 2.7% degli esaminati, con un crescendo dal 2.3% del 2015 al 3.1% del 2017, quando su indicazione ‘politica’ furono allargate le maglie della ‘selezione’, ma senza grossi risultati. La protezione sussidiaria è stata riconosciuta a 487 persone (5.5%). Mentre, la protezione umanitaria è stata appunto quella col maggior numero di riconoscimenti: 1.900 (21.5%) in tre anni, con un forte crescendo nel triennio dal 10% del 2015 al 27.5% del 2017.
Fabio Meloni
(admaioramedia.it)