La distanza tra il popolo e la politica sembra essere destinata ad aumentare, la maggior parte delle persone ha perso la fiducia nella classe politica, soprattutto per mancanza di interazione tra l’istituzione regionale e i territori, in particolare il Sarrabus ne soffre da tempo.
Tra i temi importanti che riguardano questo territorio, la bonifica idraulica, azione che ha contraddistinto negli anni la vita sociale del Sarrabus. Basta pensare al comprensorio di Castiadas, bonificato e reso fertile, e alla opere idrauliche eseguite nell’immediato dopoguerra a seguito dell’alluvione del 1951, perché il governo e la difesa del suolo sono fondamentali. I recenti accadimenti hanno posto in evidenza che l’uomo ha antropizzato gli spazi vitali del reticolo fluviale e che, in conseguenza del regime variabile delle precipitazioni legato al mutamento climatico, ci si debba aspettare che durante questi eventi ‘fuori norma’ il fiume interagisca con tutta la sua energia con l’ambiente di sua pertinenza. L’occupazione antropica del bacino idrografico dei fiumi e nello specifico dello spazio di pertinenza fluviale crea interazioni che in alcuni casi sono catostrofiche.
L’attività di studi e conoscenza relativa al corso d’acqua prende il nome di progettazione geologica, che spetta unicamente al geologo, che viene distinta dalla norma dalla progettazione latu sensu. Avere un confronto continuo con questa figura professionale porta a definire le azioni da attuare per un uso corretto del territorio fluviale. L’alluvione che ha interessato il Sarrabus ad ottobre 2018 ha evidenziato la fragilità del territorio e delle opere quando queste sono inserite nella fascia di esclusiva pertinenza del fiume. Perciò, occorre una nuova legge di difesa del suolo, intesa come legge e norme sulla protezione del fiume e del suo spazio vitale. Il punto cardine del provvedimento dovrà essere il presidio e controllo dei bacini idrografici con l’ausilio di geologi specializzati (difesa del suolo e protezione civile) per istituire un servizio tecnico di assetto idrogeologico delle Unioni dei Comuni. Da incentivare anche la partecipazione dei privati, che potranno agire mediante tecniche di impianto e reimpianto del bosco, nella parte di monte dei bacini idrografici, che potrà avere il riconoscimento di una premialità da parte della Regione per imprese di nuova costituzione e agrimicolturi di età inferiore a 40 anni. Intervento dei privati anche nella sistemazione e cura dei fiumi, nonché nella salvaguardia del fiume e delle falde. Due soluzioni che appaiono di grande impatto sociale perché costituiscono una vera e propria innovazione in termini di attuazione delle politiche ambientali con il coinvolgimento fattivo delle popolazioni e di fatto s’instaura una relazione di tipo economico che contribuisce a radicare il concetto di resilienza per l’attivazione di misure di difesa del suolo sia personali che in termini di cura e manutenzione dei bacini idrografici. Incentivando la partecipazione attiva dei soggetti privati, delle imprese agricole, e delle imprese in generale, si potranno attuare le manutenzioni fluviali ordinarie e straordinarie nei settori montani, medio vallivi e vallivi dei corsi d’acqua a protezione delle proprietà e delle aziende.
Serve stabilire norme specifiche per la protezione degli spazi e delle aree di pertinenza fluviali imponendo specifici studi per l’individuazione degli spazi vitali dei corsi d’acqua e per la salvaguardia della vita umana. Inoltre, norme tecniche specifiche per le edificazioni e la salvaguardia dei versanti, la realizzazione di strade e di ponti. E’ necessario istituire il servizio geologico regionale, ad oggi assente e ritenuto fondamentale per il coordinamento degli interventi di mitigazione del rischio frane, unitamente alla protezione e salvaguardia di acque superficiali e sotterranee con l’introduzione di specifiche misure di tutela e di incentivazione al risparmio idrico con la realizzazione di reti duali di riutilizzo di acqua piovane nei servizi igienici domestici e in agricoltura. Vanno attivate risorse finanziarie anche per il raggiungimento degli obiettivi ambientali di alcune direttive comunitarie (2000/60/Ce e 2007/60/Ce).
Infine, lo strumento per l’attuazione di politiche ambientali comunitarie va identificato nel contratto di fiume, concorrendo alle finalità del Pai (Piano per l’
Katia Balia
(sardegna.admaioramedia.it)