Alla riunione convocata dai sindaci a Lanusei per discutere sulla nuova istituzione della Provincia Ogliastra hanno presenziato la maggior parte dei primi cittadini ogliastrini, con alcune assenze giustificate, unanimemente concordi nell’affidare al consigliere regionale del territorio, Franco Sabatini, il compito di difendere in aula l’esigenza di ricostituire oltre alla Provincia gallurese anche l’ente ogliastrino.
Nell’attesa di conoscere gli esiti dell’ultima seduta di Consiglio regionale, da segnalare il distinguo del sindaco di Barisardo, Ivan Mameli, del quale rispetto ovviamente l’opinione, ma che, in un momento cruciale per il territorio, avrebbe dovuto avere maggiore cautela, saggezza e ricerca di unità territoriale, ponendo gli interessi territoriali sopra sterili e populistiche posizioni individuali, e non far venire meno il suo apporto, minando alla base l’unità ogliastrina. Nel merito della posizione antiProvincia, la stessa appare indifendibile e contraria agli interessi del popolo ogliastrino, priva di elementi oggettivi di riscontro e palesemente strumentale in quanto influenzata dalla imminente campagna elettorale. Infatti, non corrisponde al vero che l’ente Provincia sta alla base dell’incremento fiscale sui cittadini: tutti i dati disponibili attestano come, a fronte del risparmio apportato dal comparto degli enti locali in questi anni per circa un miliardo, la spesa del resto della pubblica amministrazione è stata incrementata di circa 40 volte, che testimonia come forse gli sprechi stanno non negli enti locali, ma da altre parti, soprattutto nei Ministeri e nella pluralità di enti sparsi per lo stivale.
In questi anni, in base a valutazioni esclusivamente economiche, cavalcando strumentalmente e populisticamente il diffuso e generalizzato sentimento dell’antipolitica dilagante, abbiamo assistito all’abolizione delle circoscrizioni, alla riduzione del numero dei consiglieri comunali, alla riduzione o all’abolizione delle giunte comunali, all’abolizione delle comunità montane, alla diminuzione del numero dei consiglieri regionali e, di recente, all’abolizione delle province e o al loro depotenziamento coi nefasti risultati che vediamo, con il paradossale incremento della spesa pubblica destinata alla Pubblica Amministrazione. Inoltre, la Provincia Ogliastra, pur scontando normali défaillance per la fase di avvio, aveva consentito a un territorio debole di recuperare autorevolezza nello scenario regionale dominato dalle aree forti; ottenere con automatismi, e non con elemosine, le risorse dovute; essere parte attiva negli scenari della programmazione regionale; rappresentare un riferimento certo per i piccoli Comuni e per la soluzione e gestione di problematiche complesse nel territorio anche in una logica di prospettiva e di trasferimento agli enti locali di nuove competenze, funzioni, mezzi, personale e risorse da parte della burocratizzata e centralistica Regione.
I vantaggi che la Provincia Ogliastra aveva e avrebbe per il territorio e i cittadini sono di gran lunga superiori ai costi della rappresentanza e della macchina organizzativa, peraltro facilmente ammortizzabili con la rimozione di inutili consorzi ed enti che svolgono funzioni che bene potrebbero accorparsi in appositi dipartimenti provinciali, realizzando virtuose razionalizzazioni. Certo la Provincia, come un Comune, non è da concepire come uno stipendificio, ma, è indubbio, che salvaguardando la rappresentanza elettiva possa essere soggetto promotrice dello sviluppo territoriale nell’ambito della programmazione subregionale e di creazione di opportunità anche occupazionali. Mentre rispetto ai campanili, proprio con la Provincia in fase embrionale si era riusciti a superare per diversi aspetti e problemi, pur nelle difficoltà di una difficile fase iniziale, alcune di quelle logiche che oggi riaffiorano evidenti a dominare gli scenari ogliastrini.
I nostri padri costituenti quando avevano previsto le Province nella suprema Carta non erano stati sbadati, molto più probabile che ad esserlo sia chi non si rende conto della loro valenza e non capisca che a parte le funzioni già attribuite per legge, possano essere destinatarie di tutte le altre funzioni, competenze, risorse, mezzi e personale, difficilmente trasferibili ed esercitabili dai Comuni o dalle loro fallimentari associazioni (da abrogare e da prevedere solo su base volontaria, laddove sussistenti criteri di economicità reale) e, soprattutto, in previsione della essenziale de-centralizzazione e sburocratizzazione della elefantiaca macchina regionale.
Il referendum che ha portato alla cancellazione della Provincia Ogliastra e al paradosso del mantenimento di altre quattro Province è stato truffaldino in quanto palesava profili di incostituzionalità non adeguatamente e preventivamente vagliati in una Regione ove a dominare furono ancora una volta interessi geopolitici e partitici distanti dall’Ogliastra. Pertanto, stante che funzioni di area vasta non possono essere svolte dai Comuni (‘abc’ dell’amministratore), appare evidente che la scelta unica da fare è se l’Ogliastra vuole rimanere con la Provincia di Nuoro o esercitare direttamente il ruolo per cui ci si è battuti per decenni. Questi aspetti vanno spiegati responsabilmente e bene da chi riveste ruoli istituzionali all’opinione pubblica, senza posizioni strumentali e deleterie per il territorio.
Roberto Marino Marceddu – Consigliere comunale di Gairo
(admaioramedia.it)
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Andrea Mereu
Esigenza?