Incentivare la ricerca scientifica applicata, ed in particolare il settore aerospaziale, dovrà essere tra le principali priorità della Regione nella prossima legislatura.
Il ritardo di sviluppo che continua a gravare sulla nostra economia, condannandola a una situazione di crisi perenne, può essere superato puntando sull’innovazione, dando spazio ad attività che si prestano a una collocazione diffusa sul territorio e che quindi più di altre possono coinvolgere e stimolare le aree più disagiate.
Da decenni sentiamo dire che la nostra Isola può essere la nuova Silicon Valley, ma siamo ancora in attesa che le buone intenzioni si traducano in fatti concreti. Altri progetti avviati in passato, come il Crs4 e il parco tecnologico Polaris a Pula, sono rimasti in un limbo, schiacciati dalla farraginosità della burocrazia statale e regionale; idee dall’enorme potenziale che però, dopo qualche timido successo iniziale, sono finite nel dimenticatoio. Il Distretto aerospaziale della Sardegna (Dass), invece, per come è strutturato, dovrebbe essere in grado di svincolarsi dalle pastoie burocratiche e garantire l’efficienza e l’immediata operatività che sono mancate agli altri progetti. Ne sono prova le attività che vedono coinvolto il Distretto nel Salto di Quirra, una chiara dimostrazione di come la ricerca possa contribuire fattivamente a raggiungere obiettivi rincorsi da tempo come quello della riconversione delle servitù militari.
In questa fase storica che vede una decisa ripresa degli investimenti internazionali nell’esplorazione spaziale, rispetto alla quale la Sardegna occupa già una posizione di prima fila, incentivare la ricerca può contribuire a fermare il fenomeno della ‘fuga dei cervelli’, che è tra le cause dello spopolamento che minaccia soprattutto i piccoli comuni dell’interno. L’impegno del Dass a Quirra dimostra come la ricerca scientifica possa innescare uno sviluppo diffuso, coinvolgendo quei territori che almeno per ora, a causa dell’isolamento, della scarsa infrastrutturazione e della bassa densità di popolazione, sono rimasti tagliati fuori da altri settori come l’industria manifatturiera e quella turistica.
La presenza del Distretto in altre aree della Sardegna centrale fa ben sperare chi vorrebbe vedere nel prossimo futuro la nostra Isola diventare una base logistica per la ricerca aerospaziale. E’ il caso, ad esempio, dell’aeroporto di Fenosu, in cui il Dass ha già scelto di investire entrando a far parte della cordata che ha rilevato la società di gestione. Lo scalo oristanese, con i suoi 140 ettari di sedime aeroportuale, si presta ad ospitare attività di ricerca, sperimentazione e produzione nel campo dell’alta tecnologia, e in modo particolare di quella applicata ai trasporti aerospaziali. Sarebbe un’occasione unica per rilanciare uno dei territori più colpiti dalla crisi economica, oltre che per tutelare e valorizzare gli ingenti investimenti pubblici che hanno portato alla realizzazione dell’aeroporto.
Attilio Dedoni – Consigliere regionale dei Riformatori
(admaioramedia.it)