Per i politici di professione, privi di un vero mestiere e di un curriculum vitae spendibile, conquistare cariche pubbliche e mantenerle è una ragione di sopravvivenza; non stupisce quindi che uno dei rappresentanti della categoria, il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, rieletto per una serie incredibile di coincidenze, prima del disastro elettorale del centrosinistra, ambisca alla poltrona di Presidente della Regione Sardegna.
Forse, a questo pensiero fisso del Sindaco, preso dai suoi tatticismi da Prima Repubblica, è dovuto l’operato, a dir poco discutibile, nel secondo mandato, contraddistinto da male parate a ripetizione. Ha iniziato, subito, facendo l’intransigente nel realizzare le piste ciclabili di via Is Mirrionis, che si sono portate dietro anche la chiusura di attività storiche, nonostante le contrarie rassicurazioni del leader cittadino sardista Gianni Chessa, allora assessore ai lavori pubblici e votatissimo nel quartiere. Del resto, le assurde politiche sulla viabilità sono il vero marchio di fabbrica di questa Amministrazione, e sono proseguite con rinnovato vigore con gli effetti ben noti, rendendo il traffico sempre più caotico e spingendo sempre più cagliaritani verso i centri commerciali, molti dei quali fuori città… e Sestu ringrazia. Quanto a Chessa, i cui voti erano stati decisivi per la rielezione del sindaco, il suo incarico è durato poco, dato che all’inizio dell’anno è stato, quanto meno ingenerosamente, defenestrato per non aver sconfessato il suo partito sull’alleanza con la Lega di Matteo Salvini; inutile dire che Zedda non si è certo dimesso, autorizzando la pronta creazione di un nuovo gruppo sardista (‘verdiniano’) di suoi sostenitori, grazie a tre dissidenti eletti nel Psd’Az, poi cacciati dal partito dei Quattro mori.
Singolare l’atteggiamento del Sindaco di Cagliari sulle problematiche dell’immigrazione e della sicurezza, tra il mancato sgombero degli estremisti di sinistra di “Sa Domu” dai locali comunali che occupano abusivamente da anni e l’incallito negazionismo sull’esistenza di problemi legati alla massiccia presenza in città di immigrati irregolari, salvo poi ‘spegnere’ la connessione wi-fi in piazza del Carmine, additata da molti come fattore attrattivo di troppi extracomunitari.
Con un tale bilancio, questi sono solo alcuni esempi, non sorprende che gli elettori, evidentemente stufi di una città con tantissimi giovani disoccupati, tossicodipendenze, alcolismo e disagio sociale in vertiginoso aumento, attività che chiudono sempre più frequentemente e giacigli a cielo aperto in rapida moltiplicazione, abbiano bocciato il centrosinistra alle scorse politiche. Sorprende, invece, che Zedda, come di questi tempi un po’ tutta la sinistra, viva in una realtà tutta sua e ritenga di meritare la massima poltrona regionale, se necessario nascondendo il peggior sostenitore, il Partito democratico sardo, unica vera forza dietro le sue spalle, oltre che dietro improbabili paraventi pseudo-civici, come quello del parmense sindaco Pizzarotti.
Sembra assai improbabile che i Sardi, dopo la disastrosa amministrazione del renziano Pigliaru, ci caschino e ignorino la continuità politica con quelli che ora puntano disperatamente su Zedda per le imminenti elezioni regionali. Il Primo cittadino potrebbe decidere che forse è meglio ‘tenersi il sicuro’, sforzandosi di governare la Città in modo più partecipato, anziché continuare a imporre scelte divisive e spesso dannose a colpi di una maggioranza, che è da tempo solo virtuale nell’elettorato. Visto il momento politico insidioso, una maggiore prudenza sarebbe decisamente consigliabile all’ancor relativamente giovane Sindaco di Cagliari.
Caesar
(admaioramedia.it)
3 Comments
Roberto Lopes
Sono già morti e non lo sanno.
Marius Ioan Vasilescu
Ma non è la stessa cosa…!?
Andrea Putzulu
Morti che girano intorno alle rotonde!