In Sardegna ci sono 86.223 diabetici su una popolazione di 1.658.138. Circa 120 nuovi casi all’anno in età 0-14 anni, il 27,37 % non si controlla, il 16,07 % dei diabetici hanno complicanze, il 9,80% hanno subito amputazioni con elevati costi sociali per le famiglie. Il 6,7% dei bambini tra gli 8 e 9 anni sono obesi. Il Servizio sanitario regionale è assente per quanto riguarda la somministrazione dei farmaci ai malati cronici nelle scuole primarie, effettuata, su cento richieste, il 57,89% dai genitori, il 42,11% dagli insegnanti, il 5,91% dalle Asl.
Preso atto che nella seduta della Conferenza Stato-Regioni del 6 dicembre 2012 è stato sancito l’accordo sul documento recante “Piano nazionale sulla malattia diabetica” e che la Giunta regionale sarda ha deliberato l’accordo, ci chiediamo come mai non sia ancora stato steso un documento operativo in materia diabetologica regionale (Piano di diabetologia). Preso atto che la sua Consulta non ha elaborato nessuna proposta resa pubblica, ci permettiamo come Adig sarda (Associazione per il diabete infantile giovanile), al fine di coadiuvare il lavoro dell’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, di dare alcune indicazioni e suggerimenti utili affinché si possa avviare il Piano di Diabetologia regionale per dare finalmente risposte confacenti ai diabetici.
Sarà compito delle Assl recepire il Piano nazionale sulla malattia diabetica e istituire formalmente il Servizio, indicando la sua esatta ubicazione, nonché il bacino di utenza e se trattasi di servizio a carattere ambulatoriale; recepire le piante organiche che devono essere costituite dalle qualifiche e dall’entità numerica per dare corso alle procedure concorsuali per l’assunzione del personale indicato; riportare l’attivazione dei servizi diabetologici con atto dell’Assessorato della Sanità che determina altresì l’autonomia dei Servizi .
L’assunzione del personale dovrà avvenire tramite concorso pubblico e lo stesso dovrà essere utilizzato esclusivamente nei Servizi Diabetologici; il personale previsto nel Piano è portato in aumento a quello già ricompreso nelle piante organiche attuali. Le Assl dovranno formulare corsi di aggiornamento, qualificazione e riqualificazione professionale degli operatori del settore affinché si possano predisporre specifici programmi di intervento in grado di garantire un livello adeguato di formazione. Le Assl, al fine di migliorare le modalità di diagnosi e cura, devono provvedere a fornire ai cittadini diabetici, oltre ai presidi diagnostici e terapeutici, anche tutti quei presidi sanitari e ausili tecnici ritenuti necessari e idonei, con specifica prescrizione e sotto il controllo diretto dei Servizi di Diabetologia. Dovranno predisporre il potenziamento delle attrezzature sanitarie diabetologiche, tenuto conto di quelle, eventualmente, già in dotazione.
Nella considerazione degli obiettivi e del Piano nazionale sulla malattia diabetica che mirano ad ottenere un migliore approccio diagnostico, assistenziale e terapeutico con i pazienti e il loro inserimento totale sia nel campo lavorativo che nello sport, è necessario instaurare rapporti di fattiva collaborazione tra l’equipe medica, gli infermieri e le associazioni di volontariato, quali entità di supporto all’attività delle strutture pubbliche con azione di informazione, prevenzione ed educazione sanitaria (campi scuola). Pertanto, la metodologia del lavoro, basata sulla multidisciplinarietà, deve essere diretta a formalizzare delle linee guida unitarie per una strategia di prevenzione e terapia della malattia. Sarà necessario pertanto che vengano coinvolte in tale programma di lavoro le diverse specialità (oculistica, nefrologia, cardiologia, neurologia ecc), potenziando i servizi specialistici là dove già esistono, e qualora non esistenti o non attivati, istituendoli o attivandoli.
È opportuno, inoltre, che vengano instaurati rapporti di collaborazione con i diversi Servizi, le associazioni dei diabetici, l’Università e gli amministratori pubblici, a livello locale e regionale, affinché si possano raggiungere gli obbiettivi primari del Piano, soprattutto la prevenzione, la diagnosi precoce di questa malattia e delle sue complicanze.
Antonio Cabras – Adig (Associazione per il diabete infantile giovanile) Sardegna
(admaioramedia.it)