Air Italy, ex Meridana, nata Alisarda per volontà del principe Karim Aga Khan nei primi anni sessanta ad Olbia per collegare col resto del mondo la neonata Costa Smeralda, si è sviluppata in Sardegna fino a diventare il primo vettore privato nazionale. Olbia prima, tutta la Sardegna dopo, sono stati in quegli anni e fino all’avvento del nuovo millennio il ‘core business’ della Compagnia.
Olbia è sempre stata la sede legale e qui ha sempre avuto sede il suo management ed i suoi uffici operativi ed amministrativi, oltre che il cuore della manutenzione ed il call center. Manutenzione ed uffici operativi che sono il cuore pulsante della compagnia. Ad Olbia si è sempre fatto tutto, dalla definizione del programma commerciale, delle strategie e, fino ad oggi, gestito l’operativo. Tutti i settori, altamente specializzati, alcuni necessitanti di molti mesi di addestramento in aula e sul posto di lavoro, operano 24 ore su 24, 365 giorni all’anno garantendo il servizio per tutti i voli, su tutti gli scali, ovunque nel mondo. E’ per definizione un lavoro ‘in remoto’. Non potrebbe essere altrimenti: gestisce contemporaneamente un problema a New York, uno a Roma, ed uno Zanzibar. E’ strutturato e pensato per fare esattamente questo. Normalmente la sala operativa risiede dove ha sede legale la Compagnia e Meridiana prima ed Air Italy dopo non fanno eccezione. La sede della compagnia non è necessariamente la base più importante del network. E’ il suo punto fisso, dove la dirigenza dovrebbe essere e dove ha sede il Certificato di operatore aeronautico (Coa).
Sono le esigenze di mercato a definire di volta in volta quale è il ‘core business’. Oggi sembra sia Malpensa, ieri era Napoli e Roma, prima ancora la Sicilia. La Sardegna ed Olbia, per le enormi potenzialità soprattutto nel periodo estivo dove raggiunge picchi di traffico da hub intercontinentale, ha sempre avuto un ruolo importante. Ma nella lunga storia della compagnia, una delle più longeve a livello mondiale, non è sempre stato così. Ma il cuore è sempre stato ad Olbia, da dove, in un recente passato, abbiamo gestito 200 voli al giorno, tutti i giorni, voli nazionali, internazionali e intercontinentali. Per noi è la normalità. Lo è per qualunque Occ (Operations control center) di compagnie analoghe alla nostra. Da qualche anno, però, c’è una singolarità: dopo l’acquisizione nel 2006 di Eurofly (compagnia quotata in borsa, basata a Malpensa, piena di debiti e sull’orlo del fallimento a seguito di scelte manageriali a dir poco discutibili) e ancor peggio a seguito della acquisizione della ‘vecchia’ Airitaly (anche questa piena di debiti) e dell’avvento del suo proprietario Giuseppe Gentile come Ad anche di Meridiana abbiamo assistito al neanche tanto celato tentativo di svuotare Meridiana a favore della propria.
Da allora una parte del management, che ha i suoi uffici ad Olbia in struttura di proprietà della Compagnia, ad Olbia si è visto raramente, preferendo stare a Milano negli uffici in affitto. I manager ex Meridiana sono via via spariti, fagocitati da quelli ex Eurofly ed ex Air Italy. A vuotare la compagnia e trasferirne i valori a Milano ci hanno provato più volte, anche prima che il Qatar facesse la sua comparsa. Hanno semplicemente tirato fuori dal cassetto lo stesso progetto che nel cassetto era stato riposto già altre volte. Dove sta il Coa sta la sede, dove sta la sede sta il management, dove sta il management sta l’Occ, dove sta l’Occ sta il cuore della compagnia. Dopo il quasi smantellamento della sala operativa e di tutti i settori di supporto, operato da parte del management in questi ultimi anni, il nostro partner pretende giustamente che la struttura sia rinforzata sia in termini di impiegati specializzati che di supporto tecnologico. Questo avverrà comunque. Questo avverrà ovunque sarà la sala operativa ed i settori di supporto. Questo avverrà comunque ovunque sarà la sede della Compagnia.
Abbiamo di fronte l’obiettivo di diventare la compagnia di riferimento nazionale. Abbiamo l’obiettivo di impiegare 30 aeromobili di ultima generazione (Boeing 787) per il lungo raggio contro i quattro odierni (e vetusti), e 20 aeromobili di ultima generazione (Boeing 737 max, in questi giorni è stato consegnato il secondo esemplare ora in mostra al Salone dell’aeronautica di Farnborough) per il corto e medio raggio a sostituire gli otto odierni. Abbiamo, perché questa Compagnia l’abbiamo considerata sempre un po’ nostra. A prescindere dal management. La sala operativa avrà uno sviluppo enorme e passerà nel breve periodo dagli attuali circa 30 impiegati a probabilmente circa 100. Senza considerare i settori interni ed esterni all’azienda che vedranno crescite in proporzione… le ricadute sul territorio… le possibilità di sbocco professionale per gli istituti scolastici. Senza considerare nulla, se non l’interesse di una parte della politica nazionale e di una parte del management aziendale. Non c’è nessun motivo per trasferire questi dipendenti a Milano, se non nascondere l’obiettivo vero di trasferire la Compagnia una volta trasferite le ‘operazioni’.
Il territorio può permettersi questo scippo dopo il prezzo altissimo già pagato negli ultimi anni in termini di cassa integrazione e licenziamenti? Mantenere la sede della Compagnia ad Olbia non pregiudica in nessun modo gli enormi piani di investimento su Milano. Infrastrutture, numero di voli e passeggeri, servizi su Milano non sarebbero minimamente in discussione. Si investe su Milano perché il management, speriamo a ragione, lì ha visto il business. Ma il business è per natura legato al contesto storico, ed in campo aeronautico questo cambia in tempi brevi. Domani potrebbe affiancarsi Roma a Milano, o Napoli. Le logiche commerciali seguono strade che sono differenti da quanto argomentato da una parte del management aziendale, che in questo momento vuole mascherare lo scippo di una delle aziende più importanti della regione, l’unica forse adesso che potrebbe finalmente dare ossigeno al territorio, a favore di loro stessi.
51 dipendenti “Air Italy” trasferiti
(admaioramedia.it)