Dalla sanità ai trasporti, passando per le infrastrutture e l’istruzione, fino a giungere alla galassia di migliaia di pensionati, colpiti anch’essi, dalla scure di tagli regionali e statali, diventati ormai di casa nei territori periferici della Sardegna. Non se la passano bene nemmeno le undici agenzie Inps di Senorbì-Isili, Tempio, Alghero, Ozieri, Ghilarza, Sorgono, Siniscola, Macomer, Lanusei, Assemini e Carbonia-Giba, che rientrano nel piano di razionalizzazione dei piccoli sportelli sparsi in tutta Italia, volto a ‘delocalizzare’ sul web gran parte del servizio finora svolto.
A caratterizzare il ‘disegno-sopravvivenza’ un rigido standard: almeno dieci unità di personale in forza per 60.000 abitanti. Caratteristiche irraggiungibili in gran parte dell’Isola, dove l’emigrazione e le mancante nascite sono all’ordine del giorno. Nella già martoriata Barbagia-Mandrolisai, non mancano i primi malcontenti contro l’idea ‘romana’: la sede di Sorgono, che ha sette dipendenti, per un bacino d’utenza di 17,317 utenti, resterebbe difatti fuori dai paletti imposti dal presidente Boeri. A salvarsi dalla matassa resterebbero solamente gli uffici di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Oristano, Olbia, Sassari e Nuoro, con un mare di potenziali disagi per i cittadini che sarebbero costretti a percorrere centinaia di chilometri, pur di ottenere una semplice pratica.
“Ci troviamo dinanzi ad una manovra che penalizza ulteriormente le zone interne e marginali – spiega Alessandro Corona, sindaco di Atzara e presidente della Comunità Montana Barbagia-Mandrolisai – Essendo la nostra, un’area Snai, il trattamento dovrebbe essere diverso, tenendo conto delle specificità e delle problematiche con cui ci scontriamo quotidianamente. E’ assurdo che vengano stabiliti certi parametri, quando proprio attraverso la strategia nazionale per le aree interne ci stiamo battendo per contrastare fra i tanti drammi, quello dello spopolamento. Se poi teniamo conto che, i comuni zonali sono popolati prevalentemente da una popolazione vecchia, il danno risulterebbe doppio. Solleciteremo le istituzioni regionali affinché pressino il Governo, richiedendo una deroga. I tagli andrebbero effettuati laddove hanno senso e non da questi parti.”
Gli fa eco Giovanni Arru, primo cittadino di Sorgono: “Ancora una volta il ragionamento dei numeri prevale sulle realtà con densità demografica inferiore rispetto a quella stabilita. Non si tiene conto della marcata crescita dello spopolamento, causato da una carenza occupazionale che spinge i giovani a trasferirsi altrove. Ma soprattutto, del continuo defilarsi dei servizi essenziali, ridotti da tempo all’osso. Le fasce deboli, in cui spiccano pensionati e disoccupati saranno quelle maggiormente colpite da queste scelte insensate. In tutti questi anni la sede zonale Inps, ha svolto un servizio di qualità per migliaia di cittadini; sopprimerlo sarebbe assurdo.”
“I costi di gestione sono praticamente ridotti, se non nulli – aggiunge Arru – in quanto, il piano in cui trovano spazio gli uffici fa parte dei locali della ex Pretura ed è stato concesso in comodato d’uso gratuito dal nostro Comune. Già nel passato era sopraggiunto il problema d’utenze, con il ricatto in caso di mancata concessione della locazione, di abbassare le serrande. Abbiamo ottemperato a questo e ad altri impegni, di più non possiamo fare. L’intervento della Regione, ora più che mai, è necessario.”
Giorgio Ignazio Onano
(admaioramedia.it)