Se anni fa, i simpatici presentatori Patrizio Roversi e Syusy Bladi ci facevano divertire col programma “Velisti per caso”, oggi un velista professionista e di fama, Andrea Mura, dopo aver vinto un posto di deputato (eletto nel collegio uninominale di Cagliari) alla “Lotteria a 5 stelle”, si cimenta quale “Onorevole per caso”, contraddistinguendosi per un mostruoso assenteismo, che lo colloca al quarto posto della poco gradevole graduatoria nazionale. E per l’assurdità, nel loro candore, delle giustificazioni addotte, tra cui le autentiche ‘perle’ secondo cui egli farebbe “politica anche in barca” e opererebbe più come “testimonial” che nel districarsi quotidianamente tra interrogazioni e disegni di legge. Seppure, dopo due giorni, Mura ha smentito le frasi “io faccio politica in barca” e “l’ho detto fin dall’inizio al Movimento che non volevo fare il parlamentare ma il testimonial”.
La situazione di Mura, dopo l’indignazione dei suoi avversari politici – in primis l’ex governatore della Sardegna, e attuale deputato di Forza Italia, Ugo Cappellacci, che prima delle elezioni aveva peraltro accusato il velista di aver chiesto un ‘posto’ nel partito berlusconiano – ha suscitato anche l’ira del leader pentastellato Luigi Di Maio, che ne ha sollecitato le dimissioni, dopo che, nei social network, l’indignazione dei militanti pentastellati si è fatta subito sentire forte e chiara, indifferente ai tentativi di qualche influencer di minimizzare la questione delegittimando chi l’aveva sollevata, ossia Cappellacci, visto dai grillini come il prolungamento dell’odiato Silvio Berlusconi.
Chi ha poco da ridere, però, è l’ex sindaco di Assemini e aspirante Governatore della Sardegna Mario Puddu, il grillino di sinistra, presenza fissa nei gay pride e poco amante degli alleati (nazionali) leghisti, dato che Andrea Mura, nel ruolo di candidato alla Camera, l’aveva reclutato proprio lui, come risulta dalle dichiarazioni rese dal velista all’atto dell’ufficializzazione della candidatura: “Un po’ di settimane fa una persona mi ha chiamato in veleria per avvertirmi che aveva utilizzato la mia imbarcazione su una locandina, ci siamo conosciuti e gli ho raccontato cosa avrei volto fare in Sardegna per lo sviluppo nautico e per l’ambiente e il turismo e che invece non era stato fatto” (Agenzia Ansa, 1° febbraio 2018). Quella persona era proprio Mario Puddu. “Mi ha richiamato per propormi di occuparmi di quello di cui avevamo parlato, mi ha offerto l’opportunità e ho pensato che fosse il momento giusto”, aveva aggiunto il velista.
Invano, nella sua bacheca Facebook, ove ha prontamente pubblicato un post di sconfessione del deputato velista associandosi ai vertici del M5S, Puddu ha risposto imbarazzato ad alcuni perplessi attivisti che l’incauta scelta era stata effettuata “dal Movimento 5 Stelle”, senza convincere troppo gli interlocutori: “Troppo generico, qualcuno avrà fatto il nome?”, ha risposto Massimo nel post. Imbarazzo comprensibile dato che, benché finora sia strafavorito per la designazione a candidato Governatore, questo svarione potrà pesare sicuramente a suo danno. Forse, nelle stesse valutazioni dei vertici pentastellati (che si sono sempre presi grande libertà di giudizio sull’adeguatezza dei candidati scelti dalla rete), timorosi di scegliere ‘eletti’ inaffidabili, dopo che nella precedente legislatura parlamentare, tra espulsioni e fuoriuscite, persero metà del gruppo al Senato.
Caso Mura a parte, anche altre vicende interne, come il mal digerito affidamento, da parte di alcuni parlamentari neoletti, di mansioni di ufficio stampa a un giornalista che, fino a poco tempo fa, manifestava chiaramente la sua avversione per il Movimento 5 Stelle (fino ad accusarlo di “fascismo”), danno contezza del fatto che, in casa grillina, abbassare la guardia è davvero poco raccomandabile. A meno che non abbia ragione Mura quando afferma che il M5S ben sapeva che il suo impegno sarebbe stato di questo tipo. In tal caso, la riflessione sull’affidabilità di una forza politica che ha avuto, rispetto alla sua effettiva solidità politico-culturale, una crisi di crescita davvero smisurata, spetterebbe, per intero, agli elettori.
Caesar (foto dalla pagina Facebook di Andrea Mura)
(admaioramedia.it)