Il mondo antifa’ cagliaritano ha superato se stesso, indicendo una “serata benefit antifascista” per venerdì 27 luglio, in viale Fra’ Ignazio a Cagliari: solidarietà a tre ‘compagni’, accusati di tentato omicidio per il collocamento di un ordigno esplosivo nella sede di CasaPound di Firenze.
In un lugubre volantino affisso sui muri cittadini, accuratamente non firmato, inneggiano al grave ferimento (ha perso una mano e un occhio) di un artificiere della Polizia (definito “sbirro ficcanaso”) intervenuto per disinnescare l’ordigno: “Continueremo a gioire ogni volta che qualcuno attacca i fascisti, meglio ancora se uno sbirro ci va di mezzo”.
A quanto pare, stavolta è sembrato troppo grave anche per quella stampa (ma non ancora tutta…), che in precedenza era abituata a tacere, o addirittura a mostrare simpatia e benevolenza, come quando i ‘nuovi partigiani’ chiedevano semplicemente la “chiusura dei covi fascisti” o disturbavano le manifestazioni a cui partecipava il leader della Lega, Matteo Salvini, odierno Ministro dell’Interno, oppure imbrattavano le sedi di Fratelli d’Italia o le pareti dello studio professionale di un candidato di CasaPound. Questa volta non ha potuto, evidentemente, ignorare questa incredibile apologia di reato, dando conto del manifesto shock. In precedenza, avevamo assistito ad atteggiamenti ben diversi, c’era stato anche chi aveva addirittura fatto ironia sulle scritte minacciose degli antifa’, che avevano imbrattato viale Fra’ Ignazio, forse dimenticando che proprio l’atteggiamento poco responsabile di minimizzazione delle minacce murali, registrato nei terribili Anni Settanta, aveva fatto sì che i gruppi estremistici passassero agevolmente dalle parole ai fatti (tragico simbolo fu la chiave inglese “Hazon 36”).
Positivo che stavolta ci sia stato un allarme informativo adeguato, anche se erano note da tempo non solo le minacce di chiara provenienza presenti su diverse pareti della città, ma anche i presupposti politico-culturali di tale modo antidemocratico e intollerante di fare politica, come le occupazioni abusive di spazi pubblici, trasformati (a cominciare da “Sa Domu”) in basi politiche estremiste nell’inerzia delle Istituzioni che avrebbe dovuto intervenire e le improvvide esternazioni di alcuni esponenti politici di sinistra con l’orologio della storia ancora fermo al 1945. Per tacere dell’intempestiva approvazione, da parte di diversi Comuni a maggioranza sinistrorsa, di mozioni antifasciste ghettizzanti e probabilmente incostituzionali. Su queste pagine il tema è stato affrontato spesso, raccontando le imprese più eclatanti, mentre, a leggere altrove, sembrava di vivere in una realtà parallela in cui il problema della città erano inesistenti orde di fascisti pronte a assaltare il Municipio, anziché i gruppuscoli estremisti di sinistra che sono arrivati a partorire simili messaggi.
C’è da augurarsi che, ora, nel rispetto delle sensibilità politico-culturali di ciascuno, cessi definitivamente un certo silenzio (confinante in alcuni casi con la compiacenza) sulle sistematiche illegalità che, da anni, vengono perpetrate da gruppuscoli di antifascisti abituati a credere nel principio della ‘non violenza’ solo quando, nel tentativo di disturbare manifestazioni pubbliche altrui, le hanno prese dalla Polizia.
Caesar
(admaioramedia.it)
4 Comments
Marius Ioan Vasilescu
“Coccolati e tollerati” potrebbe anche andare, ma il problema è che da qualcuno, a loro tempo, furono educati nello spirito di “tutto è permesso, tutto si può fare come e quando ci pare”….
Cesare Camboni
Quattro imbecilli che non fanno alcuna paura….
Emanuele Castelli
Imbecilli e fascisti! (Si definiscono antifascisti, ma sono dei fascisti).
un patriota
Va bene che per molti ragazzi, far vedere che in una serata ci sia musica e Beozia gratis, sia sufficiente a partecipare anche alle riunioni più idiote. Ma qui si tratta di apologia di reato. Si definiscono “nuovi partigiani” questi emaciati, barbe alla capretti, codini, di idioti da sbattere in galera in attesa dei processi, perché tanto li assolvono sempre. Questi sono i partigiani nuovi, ma in realtà sono quelli di sempre, quelli che fanno parte della loro associazione di ex criminali, che ancora resistono. Purtroppo i giovani di oggi, in larga parte, non sanno nemmeno cosa significa fascismo, altrimenti capirebbero che sono questi i veri fascisti.