Si fregiano del titolo di ‘antagonisti’, ma somigliano più alle guardie rosse del sistema con l’orologio della storia rotto, fermo agli Anni ’70, periodo fecondo di scontri di piazza tra fascisti e comunisti, con il conseguente caro prezzo che tante giovani vite hanno pagato per le loro idee.
Questi giovani conoscono quei fatti solo per i racconti spropositati di qualche vecchio arnese dell’estremismo, che si fa figo nel ruolo di narratore durante le cene e gli incontri d’ambiente, ed invidiosi di quelle ‘eroiche gesta’ non vogliono farsi sfuggire l’occasione, emulandoli negli anacronistici slogan e nei gesti sconsiderati. Sono i nipotini ed i cuginetti di quelli che vanno in televisione ed in piazza a dire che coi ‘fascisti’ non si parla, seppure il vero intento sia quello di non far parlare i ‘fascisti’, in qualsiasi modo ed a qualsiasi costo. Categoria ormai fin troppo generica, se per le ‘guardie rosse del sistema’ comprende addirittura i leghisti o i salviniani. L’assalto di questa mattina a Cagliari, al banchetto dei militanti del Coordinamento Noi con Salvini, rientra in questa logica, che si è già verificata in altre città. Strategia che non sorprende chi li ha visti all’opera a Cagliari anche negli anni recenti, sopratutto il 10 febbraio di ogni anno, in occasione del Giorno del Ricordo dei Martiri delle Foibe, coi loro presidi all’insegna dello slogan “Ma quali martiri, sono i soliti fascisti” oppure con scritte murarie dal macabro sapore: “I love Foibe”.
Negli ultimi tempi, però, si sono fatti più decisi, forti di una importante novità logistica. Da tre mesi hanno trovato una struttura che li ospita, anche se il verbo ‘trovare’ non sarebbe il più adeguato, perché in realtà hanno occupato, con il silenzio complice o addirittura la benedizione di alcuni rappresentanti istituzionali, l’ex scuola elementare di via La Marmora, dove organizzano momenti conviviali e laboratori culturali, al di sopra di ogni sospetto. Ma anche alcuni seminari che possono far presagire un progressivo aumentare della tensione. Oggi, dal centro sociale Sa Domu hanno ovviamente negato di aver organizzato l’assalto (ci mancherebbe…), ma per non smentirsi troppo hanno solidarizzato col giovane fermato dalla Polizia dopo l’aggressione (perciò, è facile immaginare conoscano lui ed i fatti…), spiegando che “chi è fuori luogo in città sono i fascisti che stanno con Salvini e la Lega Nord”. Intanto, per documentarsi meglio hanno preparato per venerdì una serata con un “concerto antifa”, preceduto dalla presentazione del “Dossier sulle realtà neofasciste a Cagliari e in Sardegna” all’insegna del monito “Conosci il tuo nemico!”. Un esemplare messaggio di tolleranza perché questi paladini della libertà vogliono “i fascisti fuori dal quartiere, dalla città e dalla storia”.
Arsenico
(admaioramedia.it)