Già da tempo, si vedono sfrecciare torme di motociclisti tedeschi che viaggiano per le strade isolane, costiere, di montagna o cittadine. Un grande interesse per le bellezze della Sardegna da parte di questi ragazzoni in casco e tuta, meno per il Codice della strada considerato trasgredibile.
Al risvolto economico turistico, caratterizzato soprattutto dagli intensi consumi di cibo e bevande, tappa dopo tappa, dai pernottamenti e dai consumi di carburante, fa da contraltare la spesa sanitaria per il soccorso, che sovente va effettuato su questi centauri. Nel solo mese di maggio sono stati effettuati almeno sei interventi in codice rosso per politraumi da incidente stradale che coinvolgono i turisti motociclisti teutonici. Fin qui, tutto normale: arrivo della medicalizzata, ricovero in un ospedale ad alta specializzazione, diagnosi strumentale, radiografie, ecografie, tac e risonanze magnetiche, spesso trattamento chirurgico, ortopedico e ricovero. Tutto normale, se non fosse che le spese sanitarie non risulta vengano addebitate al paziente nonostante la sua carta assicurativa, perché la Regione – nello specifico l’Assessorato della Sanità (e le sue aziende, come l’Ats e l’Areus) – non avrebbe attivato le procedure per l’eventuale ‘recupero crediti’. Infatti, in caso di soccorso a cura del 118 o di ingresso al Pronto soccorso, viene registrato nome e cognome, paese di provenienza, eventuale esistenza e dati dell’assicurazione. E poi… come si fa a recuperare i costi sostenuti?
Nel loro paese, ed anche negli altri paesi in Europa, il servizio di assistenza sanitaria costerebbe all’utente o alla sua assicurazione alcune migliaia di euro. Peraltro, il caso dei motociclisti tedeschi è solo un esempio. Si narra del ricovero di un cittadino europeo senza assicurazione in un ospedale isolano per circa un mese (il costo giornaliero del ricovero è di circa 700 euro al giorno): non solo è stato impossibile creare un canale di rimborso col suo paese, ma anche rimpatriarlo è diventato un problema perché nessuno voleva pagare le spese.
Se poi si aggiungono tutti gli altri turisti che, anche per semplici malori da codice verde o giallo, usufruiscono del nostro sistema sanitario si può immaginare quale importante cifra non rientra nelle nostre casse, facendo risparmiare quelle degli altri paesi. Così è facile ingenerare l’immagine di una paese di sciocchi spendaccioni. Perciò, dotti dirigenti della sanità sarda, accanto ai protocolli per i codici gialli e rossi, recentemente siglati dai direttori sanitari di Areus ed Ats, non sarebbe possibile siglare altrettanti protocolli tra direttori amministrativi per attivare le giuste procedure ed impedire questa emorragia economica che grava da anni sui nostri bilanci?
Doctor House
(admaioramedia.it)
One Comment
Patry Lecca
Ci mancava pure questo!!!! 😱