L’obiettivo è quello di rafforzare l’attuale modello dell’accoglienza, fondato sulla collaborazione con le Prefetture, e di agevolare i processi di inserimento sociale dei migranti e di potenziare la rete Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) insieme agli amministratori locali. Percio’, la Giunta regionale ha individuato nuove soluzioni organizzative per la gestione dei flussi migratori non programmati.
Sara’ costituita, con sede nell’Assessorato degli Affari generali, un’Unità di progetto per assicurare il coordinamento delle azioni di ciascuna struttura dell’Amministrazione regionale protagonista nelle diverse fasi dell’accoglienza e l’assessore Spanu come referente politico per la gestione dei flussi migratori non programmati.
Tra le azioni che la Giunta Pigliaru annovera come importanti, i due protocolli d’intesa con Prefetture ed Anci per il rafforzamento del sistema dell’accoglienza diffusa e per l’avvio di progetti di volontariato sociale rivolti ai richiedenti asilo ospitati nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e nella rete Sprar. Proprio, in queste ultime settimane sono state presentate da associazioni del terzo settore alcune proposte di volontariato sociale: coinvolgono circa 80 immigrati dei centri di accoglienza di Elmas, Lunamatrona, Sanluri, Valledoria, Trinità d’Agultu e Vignola e Sarule.
Quanto ai numeri, la Regione dichiara che attualmente sono 4.998 i richiedenti asilo che vivono nei centri di accoglienza isolani e 277 fanno riferimento alla rete Sprar. In Sardegna sono attivi 147 Cas (12 in provincia di Nuoro, 22 di Sassari, 13 di Oristano e 90 di Cagliari) e 12 progetti Sprar. (red)
(admaioramedia.it
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Vanni Frisciata
L’unica soluzione è il rimpatrio non ne esistono altre