Cinquanta anni dopo la spedizione spagnola nell’Isola, decisa da Filippo V, che portò alla Guerra della Quadruplice, origine del passaggio della Sardegna alla monarchia sabauda, nel 1767, era nell’aria che la Repubblica di Genova stava per lasciare per sempre la Corsica, sua proprietà esclusiva dal Medioevo e agitata da decenni da una rivolta, contro la quale si stava rivelando decisivo l’aiuto militare dei Francesi.
Tra la Sardegna e quest’isola, che presto sarebbe appartenuta ad uno stato forte di milioni di abitanti, di decine e decine di navi e centinaia di migliaia di armati, l’Arcipelago di La Maddalena era nella incerta condizione di un territorio non assegnato ufficialmente ed esplicitamente al Regno di Sardegna da nessun trattato, e quindi non occupato da una guarnigione sabauda, non fortificato con una pur modestissima torre col vessillo dei quattro mori, e, per giunta, popolato stagionalmente da allevatori di bestiame, bonifacini e quindi Corsi dal primo all’ultimo. Sinché la Corsica apparteneva ad un piccolo stato regionale, il governo sabaudo poteva non preoccuparsi di una rivendicazione e, meno ancora, di un tentativo di occupazione in forze. Ma, una volta subentrata la Francia…
Il piano era pronto da tempo: a fine settembre, tra Terranova (Olbia) e Longonsardo (dove ora sorge Santa Teresa di Gallura) si radunarono le forze necessarie all’operazione: circa 150 soldati di un reggimento svizzero, 6 cannoni, le due grandi unità della Marina regia sarda (un vascello ed una fregata), due navi da guerra sottili ed alcuni trasporti. Furono queste unità minori, con l’appoggio delle scialuppe armate delle navi d’alto bordo, ad effettuare il 14 ottobre 1767 lo sbarco a La Maddalena, che avvenne senza la minima opposizione da parte dei residenti bonifacini, che all’orazione del comandante della spedizione, il maggiore La Rocchetta, secondo la quale, ormai, essi dovevano devozione al Re di Sardegna “come ad un padre provvido”, risposero semplicemente “Viva chi vince!” . E verso le 17 di quel giorno, sulla cima più alta dell’isola, venne issata la bandiera, salutata da salve di fucileria. E questo, si può dire, fu l’atto di nascita di La Maddalena sarda, e quindi italiana.
Paolo Cau
(admaioramedia.it)