Se l’Inps applicherà i parametri che si è data per conservare i presidi territoriale, nella zona di competenza della sede di Cagliari scomparirebbero sia i punti Inps che le attuali agenzie, già ridimensionati pesantemente in tempi recenti, come le agenzie di Isili, Giba, Sant’Elia.
La denuncia è della Cisl Cagliari, nettamente contraria alla riorganizzazione disegnata dall’istituto di previdenza: “E’ paradossale che un ente che vive e si regge sull’azionariato dei lavoratori decida e operi contro gli interessi dei lavoratori – ha commentato Beniamino Contu, segretario generale della Cisl cagliaritana – E’ evidente che il modello predisposto dalla Direzione centrale è costruito a tavolino e non tiene conto delle specificità territoriali”.
La presenza di un’agenzia Inps è garantita secondo alcuni parametri, da rispettare nella percentuale dei 2/3: popolazione residente di almeno 60.000 abitanti; personale in forza di almeno dieci unità; una percentuale di ipercopertura non superiore al 60%, cioè la quota di popolazione in grado di raggiungere più di una struttura Inps, nell’ambito della stessa provincia, partendo dal comune di residenza con mezzi propri ed entro un tempo massimo di mezzora.
Nel territorio della sede di Cagliari, applicati questi parametri, sono in pericolo tutti i presidi esistenti, col rischio di scomparsa di punti ed agenzie: “I criteri indicati, se applicati pedissequamente, saranno difficilmente raggiungibili dalle agenzie presenti nel territorio – ha aggiunto Contu – pertanto si può ragionevolmente ipotizzare un’ulteriore diminuzione quantitativa e qualitativa della presenza Inps. La direzione centrale Inps opera a tavolino e non tiene conto di fattori che incidono negativamente sulla qualità del servizio prestato, come il ‘digital divide’ informatico, particolarmente pesante nel territorio, che rende poco produttiva la politica di incremento dei servizi on line; l’elevato indice di vecchiaia che non consente a una parte consistente della popolazione di accedere direttamente ai servizi informatici, determinando un afflusso molto forte di utenza agli sportelli con enormi file; la riduzione di personale a causa dei pensionamenti continui, senza che si sia data attuazione a nuovi inserimenti di personale, né attraverso concorsi o scorrimento di graduatorie, né attraverso mobilità da altri enti statali o regionali; la difficile viabilità delle zone interne e la carenza di mezzi pubblici”.
Perciò, la Cisl Cagliari ritiene che la Direzione centrale, prima di assumere ogni decisione, debba consultare i comitati provinciali e territoriali, possibilmente alla presenza dei sindaci, delle forze sociali e sindacali, così da “costruire un modello di presenza condiviso e non calato dall’alto”. Anche la Regione, “non può restare assente da questa proposta riorganizzativa che incide enormemente sulla qualità della vita della categorie più deboli dei cittadini. Le smanie organizzative dei dirigenti non possono prevalere sui diritti dei lavoratori da rispettare sempre, anche quando sono anziani e pensionati”. (red)
(admaioramedia.it)