Si chiama “Sa Scena Sarda” il nuovo blog musicale made in Sarrabus che si propone di diventare col tempo un vero e proprio portale che possa essere utile sia al pubblico che agli addetti ai lavori per poter entrare in contatto fra di loro.
“Musicisti del posto che promuovono la loro programmazione – spiega il suo curatore, Daniele Mei, appassionato di musica originario di Villaputzu – artisti che promuovono i loro dischi, etichette che promuovono i loro artisti, festival che promuovono i loro concerti e così via possono avere qui il loro spazio. Il tutto naturalmente deve avere un’attinenza con quello che è il mio modo positivo di vedere le cose e quindi seguire la mia linea editoriale, dato che non ho pretese di giornalismo più di stroncare qualcosa, a meno che non ritengo questo un qualcosa di dannoso, preferisco non scriverne e concentrarmi sulle cose che ritengo portino avanti il mio mondo positivo. Quindi, concentrandomi sullo sterminato mondo musicale sardo di qualità in molti casi eccellente ma in generale molto buono, racconto un modo diverso di vedere il mondo, più attento, più consapevole, più partecipe, meno competitivo ma molto più collaborativo”.
Il blog (sascenasardaweb.wordpress.com) nasce dalla passione di Daniele Mei per la musica. “Una passione esplosa negli anni Novanta con il grunge dei Nirvana – dice Mei – Nel blog racconto un modo diverso di vedere il mondo, più attento, più consapevole, più partecipe, meno competitivo ma molto più collaborativo. Più essenziale e a misura d’uomo, che sa mettere da parte vizi e capricci in cambio di un presente che crea un futuro di bellezza e accettazione reciproca, in questo periodo dove si tarpa le ali alla curiosità e si usa l’ignoranza indotta dalla paura per dividerci, rifiutarci l’un l’altro, avere paura”.
Il Sarrabus? “ Ha un bacino di musicisti ed appassionati davvero bello ed entusiasmante – conclude il curatore di sa Scena Sarda – Quando si creano le cose quasi per magia diventano delle cose molto belle. Un esempio su tutti il Nuragic Island che è un festival bellissimo che se avesse qualche fondo pubblico potrebbe varcare davvero i confini e portare, come è già successo, artisti internazionali riscuotendo un interesse che può portare anche un buon indotto economico”.
Michele Garbato
(admaioramedia.it)