Nell’ambito del progetto europeo “Clean sea life”, la Guardia costiera ha inviato militari e mezzi dell’Ufficio circondariale marittimo di Alghero per un’attività nelle acque della rada del porto, a tutela dell’habitat costiero e nel rispetto delle biodiversità.
Con la partecipazione del Parco nazionale dell’Asinara ed i volontari dell’Associazione italiana sommozzatori corallari, con l’impiego di un Rov, un veicolo sottomarino pilotato da una postazione remota, sono state individuate e recuperate, giovedì scorso, reti da pesca abbandonate sul fondale marino.
L’iniziativa, alla quale ha preso parte anche l’associazione MedSharks, si è svolta con l’impiego di una motovedetta, che ha fornito appoggio nella sorveglianza e nella ricerca delle reti da pesca per un totale di circa 300 metri adagiate sul fondale marino all’interno della rada del porto di Alghero.
Il recupero delle reti ha scongiurato un grave pericolo per le aragoste, poiché creavano uno sbarramento artificiale, soffocandole con le maglie di nylon degli attrezzi da pesca abbandonati da ignoti, oltre ad un potenziale disastro ambientale, perché le reti sul fondale rappresentavano una fonte di inquinamento da microplastici che negli anni futuri sarebbe solo potuto peggiorare. Inoltre, le reti erano ancora utilizzabili. (red)
(admaioramedia.it)
One Comment
elene
il nostro mare é da tutelare e conservarlo nel miglior modo possibile