Con 30 voti a favore e 20 contrari (2 gli astenuti), il Consiglio regionale ha approvato la riforma della rete ospedaliera. Alla maggioranza di centrosinistra sono mancati i voti di Anna Maria Busia (ha votato contro) e di Francesco Agus (si è astenuto), entrambi di Campo progressista, mentre per l’opposizione (tranne Domenico Gallus del Psadz, che si è astenuto) si tratta di una “riforma fallimentare”.
Busia ha spiegato che “il senso di appartenenza a una maggioranza e l’atto di fiducia che si deve avere registrano dall’altra parte la lesione dei principi minimi di civiltà. Che spesso è venuta a mancare. Ecco perché il mio voto non può che essere contrario perché è un voto politico, non personale”. Mentre Agus ha motivato la sua astensione con alcune “modifiche al testo hanno evitato disastri agli ospedali della città metropolitana ed è vero che ci sono stati importanti passi in avanti ma il giudizio non può cambiare perché non è questa la riforma attesa. L’Areus è al palo, l’elisoccorso non si vede, molte scelte sono basate su assiomi non dimostrabili: sarà vero che il potenziamento degli ospedali oltre la città metropolitana decongestionerà quelli della città metropolitana? La Sanità, anche dal punto di vista del bilancio, è e sarà sempre più il vero banco di prova della nostra economia”.
No deciso del capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, che annunciando il voto contrario, ha accusato la maggioranza: “Continuate a chiamarla riforma, ma una riforma è tale quando migliora le condizione di vita dei cittadini. Invece, è un pasticcio che aggrava le condizioni di una sanità che non funziona. In questi 4 anni di governo avete mandato la spesa sanitaria fuori controllo senza riuscire a razionalizzarla. Siamo davanti a un’operazione al ribasso imposta al territorio contro la volontà dei cittadini con una visione dirigista e centralista”. Preoccupazioni sulla qualità dei servizi nelle periferie: “Assumetevi tutta la responsabilità degli effetti pregiudizievoli che la riforma produrrà su tutto il sistema – ha aggiunto Pittalis – Non tutti avranno il diritto alla salute garantito, soprattutto chi vive nelle zone più disagiate”.
Anche per Alessandra Zedda (FI) è una riforma che “non fa intravedere alcuna capacità di incidere e nessuna riduzione dei costi. Inoltre, il favore per il Mater Olbia senza che la struttura gallurese sia autorizzata a discapito della salute pubblica e privata”. “E entrato in aula un cavallo ed è uscito un asino – ha detto Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia – Non sono convinto che la qualità dell’offerta di salute sia migliorata e se facessimo un test della verità ognuno di voi direbbe che non è così, al di là dei colori”. Per Edoardo Tocco (FI), “i problemi restano, nonostante questo provvedimento, perché l’Areus è al palo e l’Ats ancora non funziona bene. Tutto questo accade a discapito dei pazienti e i territori della Sardegna non potranno che subire un danno da tutto ciò. Siamo alla sconfitta dei sardi, che si erano illusi sino all’ultimo che qualcosa potesse cambiare in meglio almeno sulla Sanità. Valuterò anche se lasciare la vicepresidenza della commissione Sanità”.
Terminati gli interventi dei consiglieri, ha preso la parola l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, che ha voluto ringraziare tutti, opposizione compresa, per il risultato raggiunto: “Completiamo un viaggio iniziato nel 2012. Ci siamo riusciti come sardi, ora abbiamo uno strumento su cui confrontarci. Un ringraziamento particolare al presidente Pigliaru per la sua serietà e sobrietà, a lui dico grazie per essere rimasto fermo anche nei momenti più difficili”. Secondo Arru, “la riforma segna il cambiamento radicale di un modello organizzativo. Parliamo di ospedali per intensità di cura in cui si mette al centro il cittadino e i professionisti danno il meglio di loro stessi. Andiamo avanti per migliorare, è un successo del Parlamento sardo”. (red)
(admaioramedia.it)