Nei giorni scorsi, l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha presenziato ad un convegno organizzato da Sardegna.it (società in house della Regione, incaricata del supporto e dello sviluppo del sistema informativo regionale) intitolato “Telemedicina per la sostenibilità dei programmi regionali e di governo assistenziale”, parlando della necessità anche per la Sardegna di dotarsi al più presto di un sistema di “medicina immateriale”, approfittando dell’evento per aprire un tavolo dedicato al tema.
Le nuove tecnologie informatiche permettono di essere utilizzate non solo per fini ludici o di svago, bensì possono avere un ruolo rilevante anche nella salute del cittadino. Infatti, attraverso il sistema eCare (electonic care: “salute elettronica”), le Regioni ed i territori possono mettere in comunicazione i pazienti con il personale medico del Servizio sanitario senza necessariamente doversi recare fisicamente presso le strutture ospedaliere. Naturalmente questa pratica supporta, e non sostituisce, il normale rapporto tra pazienti e medici. La Telemedicina è rivolta a semplificare la vita di milioni di pazienti, permettendo inoltre agli abitanti di territori particolarmente lontani dai grandi centri urbani (ad esempio, le siciliane isole Eolie) di servirsi del supporto qualificato del medico per limitare, dove possibile, viaggi lunghi e costosi per patologie e problematiche che possono essere anche monitorate a distanza.
“Abbiamo tante intelligenze che non devono operare nell’ottica del silos, ma occorre che lavorino in modo integrato – ha detto l’assessore Arru – La telemedicina non può e non deve sostituire la relazione frontale medico-territorio, presuppone sempre il consenso informato del paziente, ma ci può aiutare a mettere insieme diverse esperienze interdisciplinari e a portare servizi di alta specialità alle comunità più lontane”. Il tempismo dell’annuncio dell’apertura del tavolo regionale dedicato alla sanità multimediale è significativo: arriva a ridosso delle polemiche generate dalla riforma della rete ospedaliera, in votazione in questi giorni nel Consiglio regionale. Infatti, Arru è stato facile bersaglio del centrodestra che lo ha additato quale responsabile dei tagli che subiranno alcuni territori, privati dei presidi ospedalieri o fortemente ridimensionati dalla riforma.
La Telemedicina è una pratica affermata in varie regioni europee, soprattutto quelle scandinave, ed anche l’Unione europea, attraverso la Commissione, da circa dieci anni consiglia agli stati membri di adottare tutti gli adempimenti necessari per dotarsi di un sistema telematico efficiente, che possa creare anche una banca dati utile a svolgere ricerca per le malattie degenerative, per le patologie croniche e quelle rare. In Italia è presente un osservatorio nazionale, attivato dal 2007 presso la regione pilota, l’Emilia-Romagna, alla quale nel tempo si sono aggiunte altre regioni, fra le quali non compare ancora la Sardegna, verosimilmente anche a causa del ritardo della dotazione di una banda internet efficiente.
Proprio il problema del collegamento telematico è stato trattato durante la discussione in Aula: il vicecapogruppo consiliare di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha denunciato che l’Ats ha “autorizzato la spesa per il collegamento telematico delle sedi delle Asl attraverso l’adesione al contratto Consip per il sistema pubblico di connettività sino all’anno 2024, con un costo pari a 8 milioni di euro. La Sardegna possiede una rete telematica regionale che funziona perfettamente e fa capo agli Affari generali. Noi ci impegniamo a ridurre la spesa della Sanità, mentre il manager Moirano (dg dell’Ats, ndr) spende milioni di euro per gare superflue”. Il tema della connettività sarà fondamentale in vista dell’attivazione nel prossimo futuro della Telemedicina e si attendono gli intendimenti della Giunta regionale sulla delibera di Moirano, che impegnerà l’Ats, nonostante i conti in rosso della sanità isolana, ad un ulteriore esborso di soldi pubblici. (sm)
(admaioramedia.it)