La notizia è arrivata in mattinata. Massimo Rastelli è stato sollevato dalla guida tecnica del Cagliari Calcio, il quale ha affidato a poche righe l’annuncio e il ringraziamento al Mister. Un’eventualità nell’aria già nel dopo partita di Cagliari-Genoa, quando tutta la stampa presente alla Sardegna Arena aveva fiutato l’odore di qualcosa che bolliva in pentola. Messo un punto, si riparte: nell’attesa di scoprire il sostituto dell’allenatore campano, la sensazione è che ora la squadra non abbia più alibi. Rastelli ha fatto da parafulmine – inevitabilmente – ai problemi rossoblu, che vantano radici anche nel rendimento deludente di molti giocatori. Per loro, sta per arrivare il momento della verità.
L’inizio dell’avventura. Massimo Rastelli arrivò in Sardegna in un momento particolare, per rilanciare il Cagliari appena retrocesso. Un giovane tecnico con una lunga carriera da buon calciatore alle spalle, messosi in mostra per aver già conquistato due promozioni in Lega Pro: uno che raggiunge gli obiettivi, tanto per farla breve. Non si smentirà neppure nell’Isola. Nonostante alcune vicissitudini nel corso dell’annata 2015-16, con alcuni periodi avari di risultati e diversi infortuni importanti, è arrivata la vittoria del campionato. Nessuno prima di Rastelli aveva vinto la Serie B a Cagliari. Al primo anno, subito nella storia del club.
I primi scricchiolii. Pur riconoscendo l’indubbio valore dell’impresa sportiva del tecnico, sono iniziati i primi mugugni della piazza: “Rastelli? Sì, ci ha riportati subito in A. Ma…”. Una sfilza di “ma…” lunga un chilometro. Quelli più gettonati: con la rosa a disposizione avrebbe dovuto stravincere il campionato, non ha mai dato un gioco alla squadra, risultati esclusivamente legati ai colpi dei singoli, e così via. Confermarlo anche in A? Alla fine, il presidente Giulini ha puntato su di lui, un esordiente. Gli ha dato alcuni elementi di livello internazionale ma in parabola discendente – vedi Bruno Alves e Isla – con Borriello ingaggiato all’ultimo momento tra mille interrogativi.
Imbarcate e spogliatoio. I primi mesi del 2016-17 non sono stati fenomenali, accentuati dalla tremenda sequela di imbarcate – goleade subite in particolare dalle grandi squadre – con il picco toccato in occasione di Cagliari-Napoli 0-5, peggiore sconfitta interna nella storia del club in A. Per gran parte del torneo la difesa rossoblu è stata la più perforata, con rari riscontri simili anche a livello europeo. Poi i primi rumori dallo spogliatoio, con il caso Storari e i comportamenti censurabili di Dessena e Sau nei suoi confronti in Cagliari-Sassuolo 4-3. A gennaio 2017, come poi dichiarò l’allora ds Capozucca, la squadra si ricompattò pur a fatica.
Fiducia rinnovata. Salvezza strappata con buon anticipo e undicesimo posto finale nonostante un’annata complicata: queste le carte che Rastelli si è giocato per puntare alla riconferma. Ottenuta, con presentazione dei progetti per la nuova stagione in grande stile al Forte Village insieme a Giulini e al nuovo ds Rossi. Staff tecnico ampliato – mesi prima era arrivato il fido Legrottaglie come nuovo vice anche per riorganizzare la difesa – e rosa riadattata alle partenze di Alves, Isla, Murru. Poi la grana Borriello alla vigilia della prima di campionato, per ventilati dissidi con il tecnico e l’ambiente. Una situazione deleteria, parzialmente tamponata dall’arrivo di Pavoletti che ha costretto Rastelli a riorganizzare l’attacco.
L’anticamera della fine. Le due vittorie contro Crotone e Spal si sarebbero rivelate un fuoco di paglia. 6 sconfitte in 8 gare, con il filotto di 4 tonfi consecutivi alimentato da Cagliari-Genoa 2-3 di domenica scorsa, sono state l’anticamera della fine del suo percorso in Sardegna. Un primo tempo assolutamente imbarazzante di fronte al proprio pubblico, che ha fischiato i rossoblu al 45° e al termine della gara, all’interno di un pomeriggio da dimenticare. Nel dopo partita, si rincorrevano in sala stampa mille voci, ingigantite dall’anomalo ritardo del tecnico all’incontro con i media.
Bandiera bianca. Dopo il collega Juric è finalmente arrivato: un’espressione rabbuiata e atterrita, mai vista dall’inizio della sua avventura cagliaritana. Pochi concetti, ma inequivocabili sulla difficoltà del momento:
“In questo momento la squadra non riesce a sfruttare le sue potenzialità. Nel dopo gara non ho parlato con il presidente, mi sono riunito come sempre con lo staff nel mio ufficio. Nei prossimi giorni ci sarà sicuramente la possibilità di parlare anche con lui. Le ultime sconfitte hanno minato consapevolezza e fiducia, cose che poi ti trascini in campo. Uno dei momenti più difficili della mia gestione: in passato eravamo riusciti a ripartire dopo qualche prestazione negativa. Giustissimo che la società, con cui esiste un bellissimo rapporto, si prenda il tempo necessario per effettuare le giuste valutazioni per il bene del Cagliari“.
E ora, parola al campo. Dunque, ciò che i “tifosi da tastiera” invocavano con ferocia si è materializzato questa mattina. Massimo Rastelli è stato sollevato dall’incarico, insieme ai collaboratori Nicola Legrottaglie e Dario Rossi. E ora? Si fanno i nomi di Massimo Oddo e Beppe Iachini come probabili sostituti, con la coppia Diego Lopez-Daniele Conti alla finestra come outsider. Rastelli ha pagato il conto per tutti, anche per i suoi – ora ex – giocatori che nelle ultime settimane hanno ampiamente deluso le aspettative con brutte prestazioni: non avranno più alibi, per dimostrare di meritare la maglia che indossano e la categoria che calcano. La parola al campo… ora la nomina del nuovo nocchiero, poi a Roma con la Lazio.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)