Uno stanziamento che non mancherà di far discutere: 11 milioni di euro per la realizzazione delle politiche a favore dei cittadini stranieri che risiedono in Sardegna, per facilitarne l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale e culturale, con particolare attenzione per donne, giovani e soggetti a maggior rischio di esclusione.
Si tratta dello stanziamento previsto dal Piano 2017 per l’immigrazione, approvato dalla Giunta regionale, che precedentemente aveva ricevuto il parere favorevole dalla Consulta regionale per l’immigrazione, ripartito tra diverse linee di attività: 9.7 milioni di euro dal Fondo sociale europeo 2014-20, per progetti di integrazione socio-lavorativa, formazione, comunicazione, riconoscimento titoli ottenuti all’estero; 750mila euro dal Fondo asilo migrazione e integrazione, per progetti di formazione linguistica, di qualificazione del sistema scolastico in contesti multiculturali e di promozione della partecipazione attiva dei migranti alla vita economica sociale e culturale; 600mila euro di fondi regionali, di cui 400mila destinati a progetti innovativi presentati dalle associazioni e rivolti in particolar modo a persone svantaggiate a rischio di esclusione, e 200mila di trasferimenti agli enti locali per garantire una migliore informazione territoriale sui servizi a favore dei migranti.
“Il Piano – ha spiegato l’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura – consente di proseguire nelle politiche a sostegno degli immigrati già poste in essere dalla Regione, attraverso fondi in gran parte vincolati a questa destinazione, per agevolare l’inclusione sociale e lavorativa dei cittadini extracomunitari che scelgono di restare nell’isola ma che non sempre hanno gli strumenti per inserirsi nel mercato del lavoro o per avviare un’impresa. Abbiamo voluto disegnare il piano tenendo conto del numero crescente di donne e giovani, target molto sensibile che necessita di particolare supporto specie sul piano educativo, per limitare il rischio di abbandono scolastico anche attraverso la formazione professionale. Con le nuove attività facciamo un ulteriore passo avanti nel lungo cammino verso la piena inclusione degli immigrati che risiedono nelle nostre comunità. Solo una reale integrazione può assicurare condizioni di vita dignitose, limitare i conflitti sociali generati dai recenti flussi non programmati e contrastare il clima di intolleranza alimentato da azioni di propaganda del tutto irresponsabili. Per questo cerchiamo di favorire la massima diffusione di informazioni corrette e puntuali, liberando il campo da strumentalizzazioni veicolate spesso da notizie false che inquinano il dibattito pubblico su questi argomenti”. (red)
(admaioramedia.it)
2 Comments
Giovanna Bonino
Certe cose… Davvero nn si possono sentire…… E I ns giovani?
Antonina Foddanu
E Questi hanno voglia di lavorare ???? Questi hanno saputo che li mandano in albergo a fare i signorotti altro che lavorare !