Dopo l’approvazione nella Commissione Sanità del Consiglio regionale, il progetto di riforma delle rete ospedaliera, presentato dalla Giunta regionale, approderà per l’approvazione definitiva in Aula, al cospetto di una maggioranza di centrosinistra non troppo coesa ed in particolare coi rappresentanti del Partito dei Sardi, in fase di riposizionamento politico in vista delle prossime elezioni regionali, sul ‘sentiero di guerra’ pronti a votare contro, facendo mancare la maggioranza al presidente Pigliaru.
Nel frattempo, è arrivato anche il parere negativo del Cal (l’assemblea dei sindaci sardi) e continuano in ogni angolo dell’Isola le manifestazioni di protesta di amministratori locali e cittadini. Anche nel Sulcis c’è fermento e da Sant’Antioco arriva il parere dell’ex vicepresidente del Consiglio regionale, oggi Primo cittadino, Ignazio Locci: “Senza timore di smentita possiamo affermare che la sanità del Sulcis-Iglesiente ne esce con le ossa rotte. I servizi sanitari intesi come prestazioni garantite a tutti i cittadini, soprattutto alle fasce deboli, sono ormai un lontano ricordo. Con questa riforma, infatti, soltanto i cittadini facoltosi potranno permettersi, pagando, una sanità rispondente alla domanda di salute. Tutti gli altri saranno costretti a subire le pene dell’inferno, confrontandosi con un sistema malato che di fatto non esiste più”.
Quindi l’attacco ai promotori della riforma, l’assessore della Sanità, Luigi Arru e il super manager Ats, Fulvio Moirano: “I presupposti che avrebbero dovuto ispirare la riforma (caratteristiche dei territori, densità abitativa, viabilità etc.) sono stati tutti disattesi. Invece, un taglio generalizzato dei servizi che non tiene conto di nulla, né del territorio del Sulcis-Iglesiente, né della densità abitativa, figuriamoci se si cura dei diritti dei cittadini. E ciò che più stupisce è che questa ‘riforma farsa’ arriva con il beneplacito di quella parte politica che da sempre si riempie la bocca di enunciazioni sul sostegno dei più deboli e promette maggiore attenzione verso i cosiddetti ultimi”.
Per quanto riguarda i presidi ospedalieri del Sulcis-Iglesiente (Sirai di Carbonia e CTO di Iglesias), che insieme dovrebbero costituire un ospedale di primo livello, secondo Locci “sono solo una brutta copia di quello che dovrebbe essere un vero ospedale di Primo livello: i reparti di Laboratorio, Trasfusionale, Otorino, Farmacia, Fisioterapia, Professioni sanitarie, sono stati infatti tutti ridimensionati, di fatto tagliati. Mentre, all’ospedale di Lanusei hanno conservato tutti i primariati, sebbene inizialmente i progetti fossero ben diversi. Evidentemente hanno prevalso logiche politiche a noi sconosciute”.
Con il riordino pensato dall’assessore Arru, ospedali e strutture territoriali avrebbero dovuto essere in stretta relazione, “ma le Case della salute e l’Ospedale di Comunità (Santa Barbara di Iglesias.) di fatto non esistono, sono rimaste solo le dichiarazioni di principio”, perciò il sindaco Locci lancia un appello ai colleghi del territorio: “Riuniamoci nell’ambito della Conferenza socio-sanitaria, con lo scopo di portare all’attenzione dell’Ats i gravi problemi che insistono sul sistema locale. Purtroppo ho scarsa fiducia sulla possibilità che possano ascoltare le nostre legittime rivendicazioni, ma cercheremo di fare il possibile per salvare la sanità nel Sulcis-Iglesiente. Non vogliamo essere costretti a raggiungere il capoluogo tutte le volte che risultano necessarie cure mediche”. (red)
(admaioramedia.it)