La prima domanda è perché? Se delle 20 regioni italiane solamente una (Marche) l’ha istituita e, sembra stia tornando sui suoi passi, perché ora in Sardegna? Soprattutto, se andiamo a considerare le tantissime differenze (territorio, popolazione, attività sanitarie erogate) con la nostra Isola. Infatti, seppure sia vero che abbiamo una popolazione simile (1,5 milioni di abitanti), bisogna considerare che sono distribuiti in 9.000 mq regolari, mentre la Sardegna si estende su 24.000 mq disomogenei con una rete stradale che ‘allunga’ le distanze, rendendo le zone da congiungere ancora piu’ disagiate.
E poi, la Regione Marche non è mai stata segnalata come una Regione virtuosa, da imitare, così come, per esempio, il Veneto, la Lombardia, la Toscana o la Liguria. La risposta più gettonata? Con una Asl unica regionale, e gli accorpamenti conseguenti, si gestiscono meglio le risorse e si risparmia. Ad oggi, i dati dicono il contrario: la spesa aumentata e fuori controllo, una disorganizzazione imperante a tutti i livelli, ospedalieri e territoriali, sono la diretta conseguenza.
Gli unici risparmi (fittizi) si registrano a seguito di alcune discutibili manovre: mancate sostituzioni del personale sanitario collocato a riposo; accorpamenti di più strutture complesse al fine di risparmiare lo stipendio di un direttore di struttura complessa (ex primario, figura ormai in via di estinzione); non acquisto di materiale di consumo (carta per fotocopie, carta igienica, reagenti, pipette etc. etc.).
Se si effettua anche un semplice confronto tra le spese per il personale dirigente della vecchia organizzazione della sanità sarda (8 Asl, 2 Aou e Azienda ospedaliera Brotzu) con quella l’attuale, in itinere (Ats, 8 Assl, 2 Aou, Azienda ospedaliera Brotzu, Areus e Centro regionale trapianti), il risparmio non supera i 400-500mila euro circa su un bilancio di 3,4 miliardi. Se si valuta la nuova organizzazione, gli effetti sulla qualità dell’assistenza sono devastanti: stanno riuscendo a scontentare tutti, a cominciare dagli operatori sanitari sempre superimpegnati ma meno entusiasti, spesso privi di certezze sulle attività da svolgere e sempre più disorientati quasi quanto i cittadini.
Basta parlare cogli operatori di diverse aeree sanitarie della Sardegna e si scopre quanto sia difficile, da parte di responsabili (sanitari ed amministrativi) non solo affrontare e risolvere eventuali problemi, ma anche solamente trovare interlocutori. Ogni comunicazione è interrotta o molto complicata, sia a livello di Ats che di Assl, i vertici non si incontrano mai (salvo in riunioni programmate e nelle quali è quasi impossibile discutere), il Megadirettore galattico (di fantozziana memoria), principalmente di sede a Sassari, è continuamente in viaggio tra Assessorato, Ministero, Assl e …. casa. Ma anche a livello di Assl è un’impresa titanica riuscire ad incontrare i ‘referenti’, anch’essi sempre in movimento (tra Assessorato e famiglia) e, quando miracolosamente si riesce ad ‘intercettarli’, valendo meno del ‘2 di picche’ a briscola, non prendono decisioni e, nel 99% dei casi, inviano le pratiche alla sede centrale di Sassari, dove si accumulano quelle di tutte le Assl, per cui si crea un ingorgo burocratico con una dilazione dei tempi ed addio riscontro.
Sono convinti che col centralismo esasperato si risparmia e si è più efficienti, ma per ora si registra una mancanza quasi assoluta di comunicazione senza considerare che ad essa, in certe Assl, si ha la mancanza di continuità: a Lanusei, per esempio, nei diciotto mesi di commissariamento si sono alternati due commissari straordinari e, dopo circa un anno di Ats, sono in attesa del terzo ‘referente’. Questi incarichi provvisori, tipici di alcune sedi periferiche, sembrano siano utilizzati più per far maturare i titoli a qualche professionista (destinato ad altri incarichi e promozioni), piuttosto che per fornire una organizzazione efficiente che sia in grado di garantire uniformità al sistema sanitario in tutte le aeree dell’Isola.
Peraltro, durante la scorsa legislatura, l’organizzazione poteva contare sul 80/90% di dirigenti aziendali sardi, che si trasferiva nella sede di lavoro o viaggiava ed era presente tutti i giorni, dal lunedì al venerdì sera, perciò i direttori sanitari ed amministrativi erano facilmente contattabili e in sede anche nei fine settimana. Provate a cercarli ora… impossibile, dal venerdì, e spesso dal giovedì sera, sono irrintracciabili.
Doctor House (2^puntata… segue)
(admaioramedia.it)