Sono 2.862 i beni culturali (2.639 reperti archeologici, 42 beni antiquariali, archivistici e librari e 27 reperti paleontologici), con 43 persone denunciate (23 in più rispetto al 2015), frutto di scavi clandestini o compravendite illecite, recuperati e sequestrati nel primo anno di attività dal Nucleo Carabinieri Tutela patrimonio culturale di Cagliari, istituito nel mese di luglio 2015.
I reati più frequenti sono stati l’impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, la contraffazione di opere d’arte, la ricettazione e quelli in danno del paesaggio. Tra le operazioni di rilievo, il sequestro di una parte del complesso turistico denominato “Phi-beach” di Baia Sardinia, uno dei più esclusivi dell’intera Costa Smeralda, dove sono state riscontrate plurime violazioni alle norme sulla tutela paesaggistica e monumentale. La struttura, denominata anche “Forte Cappellini”, fu parte del complesso difensivo del nord Sardegna durante il corso della Grande Guerra. Anche se il provvedimento cautelare non è stato convalidato dal Giudice per le indagini preliminari, il lavoro del Nucleo ha consentito al Ministero dei Beni e delle Attività culturali di emettere un decreto di vincolo sull’intero complesso che consentirà, in futuro, un’applicazione di maggiore tutela.
Inoltre, sono stati recuperato dalla Svizzera 430 reperti archeologici, in prevalenza di epoca nuragica, scavati clandestinamente in provincia di Nuoro e poi esportati oltre confine, dove per anni hanno formato la collezione privata di un emigrato sardo. Sono state restituite alla Chiesa Romanica di San Pantaleo di Dolianova tre statue lignee, scomparse tra il 1971 ed il 1987: statua di San Giuseppe e la Vergine Maria, riconducibili a un artista di ambito campano del XVII secolo, e di San Luigi Gonzaga, risalente ai primi anni del XVIII secolo e riconducibile ad ambito sardo. Statue recuperate all’interno dell’abitazione privata di un facoltoso professionista cagliaritano. (red)
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