“La Sardegna non è certo la Regione su cui grava maggiormente il peso degli sbarchi”, ha detto con piglio entusiasta l’assessore regionale Spanu, vivendo in diretta a Cagliari il secondo sbarco di immigrati dell’anno, sempre ad opera della famigerata Siem Pilot.
Ma non soddisfatto dei quasi 8.000 arrivati nel 2016 (senza contare i 1.100 algerini approdati nel Sulcis, 250 circa in questo primo scorcio del 2017) e dei 1.700 già sbarcati nei primi 100 giorni dell’anno, ha incitato “tutti facciano la loro parte”, appellandosi “alle comunità, agli enti locali: più spazi ci saranno, meno pressante e più equilibrata sarà l’accoglienza”. Insomma, per l’immigrazione in Sardegna (quindi per l’Italia intera) il 2017 sarà certamente annus horribilis più del precedente.
Ma a proposito di numeri, alcuni conti non tornano. Ogni mattina le strutture di accoglienza comunicano alle Prefetture di competenza quanti ospiti sono rientrati la notte precedente, perché non esiste alcun obbligo di dormire nelle strutture. Infatti, i richiedenti asilo non sono detenuti, bensì ospiti in attesa del verdetto delle Commissioni territoriali alla richiesta dello status di rifugiati. Organismi prefettizi che ultimamente hanno allargato un po’ le maglie passando dal 5% di concessioni (dicembre 2016) al 10% di marzo 2017. I numeri comunicati dalle Prefetture affluiscono al Dipartimento Immigrazione del Ministero dell’Interno che li pubblica in rete nel cosiddetto “Cruscotto statistico giornaliero”, dove regione per regione si può sapere quanti immigrati siano presenti nelle strutture e negli Sprar comunali. Però, viene il sospetto che, in tema di immigrazione, la matematica sia un’opinione.
Per esempio, secondo questi dati, in Sardegna il 2016 si è chiuso con 5.662 presenze (5.461 nelle strutture temporanee e 201 negli Sprar). Poi, ci sono stati i due attracchi della nave norvegese che hanno traghettato direttamente dalle coste libiche alle coste sarde 1.714 persone. Però, nel famigerato “Cruscotto”, al 18 aprile (data del secondo sbarco), per la Sardegna vengono conteggiati 5.510 presenze e, considerando che verosimilmente ancora non siano stati aggiunti gli 816 appena arrivati, l’Isola avrebbe avuto un ‘dimagrimento’ di 152 unità, nonostante l’arrivo di 900 persone lo scorso 23 marzo. L’anomalia è più evidente se si sposta il ragionamento su scala nazionale: al 31 dicembre 2016, sul territorio nazionale erano presenti 176.554 immigrati, poi (come risulta dai dati del Ministero) nei primi 100 giorni del 2017 ne sono arrivati oltre 35.000, ma nel “Cruscotto” la somma totale è di 177.505. Per capire in parte la differenza, nei primi tre mesi dell’anno oltre 22mila hanno ricevuto uno dei tre status previsti (rifugiato, sussidiaria, umanitaria) ed al 12 aprile altri 5mila sono stati ricollocati in Europa.
E migliaia di immigrati che mancano all’appello dove sono finiti? E’ noto (seppure se ne parli poco) che ogni mese in tutta Italia spariscano tanti richiedenti asilo (alcune decine anche in Sardegna, spesso minori o presunti tali) che diventano ‘fantasmi’ senza documenti pronti a tutto pur di sopravvivere, spesso a delinquere. Oltre a non sapere dove si trovino gli oltre 22mila che hanno ottenuto uno status che gli consente di restare in Italia, ma non nelle strutture di accoglienza, è verosimile che in meno di quattro mesi ne siano spariti quasi 10.000? Delle due l’una: o la bomba ad orologeria dell’immigrazione è pronta a scoppiare grazie anche a questi ‘fantasmi’ che si aggirano per il territorio nazionale oppure le calcolatrici del Ministero sono guaste.
Arsenico
(admaioramedia.it)