«Non difendono la Sardegna dalle ingiuste sanzioni europee alla flotta sarda, firmano modifiche della convenzione Tirrenia benefiche solo per la compagnia, non muovono un solo dito per evitare un nuovo monopolio dei collegamenti marittimi, che sarebbe devastante per la Sardegna: questa è la Giunta dei ‘Ponzio Pigliaru’.» Così Ugo Cappellacci ha replicato alle dichiarazioni dell’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana.
«Come pappagalli – ha aggiunto l’ex Governatore – gli assessori ripetono la storiella del segretario regionale del Partito democratico, il dottor Memoria Corta, sulla privatizzazione: il problema non era la privatizzazione di un carrozzone di Stato, che in linea di principio sarebbe stata condivisibile, ma come è stata fatta. Su questo secondo aspetto, con buona pace dei mistificatori, noi abbiamo dato battaglia in sede politica e giurisdizionale. Finora loro hanno fatto solo una campagna di propaganda fatta di annunci, accuse e bugie, noi abbiamo prodotto fatti con delibere, ricorsi e atti tutti verificabili da chiunque anche sul web. Quando poi si arriva quasi a negare l’esistenza del cartello degli armatori che mise sotto embargo la Sardegna e che venne sanzionato dall’antitrust, ricordando solo la successiva decisione del Tar e dimenticando che questa è oggetto di appello, viene da chiedersi se la Giunta sia dalla parte degli armatori o da quella dei sardi, dei turisti e degli imprenditori che furono danneggiati dal caro-traghetti.»
«Soru, Deiana e compagnia definiscono la flotta sarda un’idiozia e arrivano perfino a sminuire la nostra clamorosa vittoria nei confronti dello Stato davanti ai giudici costituzionali – ha concluso Cappellacci – Anziché cogliere la sentenza come prima breccia nel muro di gomma dei trasporti marittimi per chiedere il passaggio delle funzioni e delle risorse relative alla continuità marittima dallo Stato centrale alla Sardegna, Deiana afferma che “abbiamo ottenuto semplicemente che la Sardegna fosse invitata ai tavoli in sede di modifica del contratto di servizio”. Noi avevamo e abbiamo un’idea: rivendicare il passaggio delle funzioni e delle risorse sulla continuità marittima dallo Stato alla Sardegna, perché non possiamo essere vincolati da contratti discussi e firmati da altri, ma dobbiamo essere artefici delle politiche sui collegamenti marittimi; combattere cartelli e monopoli; riprendere la legge sulla flotta sarda; difendere il diritto alla mobilità dei sardi dai burocrati italiani ed europei. Invece, la loro linea sarebbe quella di assecondare i capricci dei signori del mare di turno e aspettare passivamente che si formi il nuovo monopolio Tirrenia? Se è così il vero fallimento è quello di una Giunta di Ponzio Pilato e Don Abbondio.» (red)
(admaioramedia.it)