L’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico recentemente ha chiesto al Comune di Calasetta di adoperasi nella bonifica ambientale dei numerosi cumuli di rifiuti abbandonati fra le sponde del Rio Tupei e la ferrovia in disuso di Cussorgia, lungo il litorale. Oltre al Comune ha coinvolto il Corpo forestale e i Carabinieri del Noe. Una notizia che non fa più notizia.
Siamo talmente abituati ai rifiuti abbandonati lungo i margini delle strade, nelle radure dei boschi o nei cespugli dei litorali, da sorridere al pensiero di un’Associazione che possa dedicarsi a farne l’inventario e a denunciarne lo scempio, sembra fuori luogo e inattuale. Nessuno ha tempo e voglia di occuparcene, anche perché la colpa è dei Comuni disattenti, della sorveglianza inesistente e della cattiva gestione dei servizi di raccolta differenziata. Trovato il colpevole, ognuno torni alle proprie faccende.
Osservando il problema con maggiore spirito critico, gli interventi che annualmente ci sottraggono tantissime risorse economiche (circa 1.000 euro al giorno i costi di bonifica e fino a 900 euro per tonnellata i costi di smaltimento) discendono da un problema che risiede più a monte degli uffici comunali che, tra l’altro, considerati gli esigui bilanci da amministrare, faticano ad intervenire tempestivamente in quanto bloccati nel reperire fuori bilancio le risorse necessarie agli interventi. Il problema risiede altrove, tra le comunità, tra chi mal digerisce la raccolta differenziata, tra chi è talmente furbo da liberarsi di una tettoia di eternit demolita ‘artigianalmente’ gratis per la tasca, ma a costo della vita propria e dei vicini, di chi semplicemente non ne ha voglia o non gli interessa e di tanti altri convinti che il problema rimanga relegato a chilometri da casa propria.
L’amministrazione del Sindaco, buona o cattiva che sia, arriva fino ad un certo punto, oltre questo punto, sono l’educazione e il senso civico a fare la differenza, anche perché l’enunciazione dell’Assessorato regionale ”Chi inquina paga” è applicabile solo alle realtà inquinate prossime alle aziende e inequivocabilmente identificabili. Nelle comunità locali, i danni del singolo, quando non identificato, ricadono immancabilmente sulla collettività e gli extra costi, sostenuti dalle Amministrazioni per sanare l’ambiente, vengono spalmati sulle varie Tasi, Tarsu ecc.
Spetta ad altri dettare regole o svelare soluzioni, ma è possibile azzardare un’idea di comportamento, che consiste nella semplice cura condivisa del territorio da parte dell’Amministrazione e dei cittadini comuni. Un’attività da svolgere attraverso una vigilanza costante e un’azione di divulgazione quotidiana delle giuste pratiche di convivenza civile, che, qualora non dovessero trovare uditorio, potrebbero essere sostituite da una sana delazione corredata di prove documentali, che portino a sanzionare i soli responsabili di atti incivili. In questo modo, il costo sociale dell’abbandono dei rifiuti diminuirebbe in maniera consistente e con conseguenti notevoli benefici per le comunità locali e le attività di associazioni come il Gruppo d’intervento giuridico avrebbero maggiore soddisfazione.
Giampaolo Bruno
(admaioramedia.it)