Giampaolo Pansa gli ha dedicato addirittura un libro. Sono gli immarcescibili ‘Gendarmi della memoria’, impegnati nella missione di salvaguardare i dogmi della vulgata antifascista e resistenziale, che vuole i buoni da una parte ed i cattivi rigorosamente tutti dall’altra. Sentinelle dell’ortodossia, tanto amanti della libertà d’espressione e di pensiero da volerla tutta per loro, non concedendola ad altri. In ogni contrada c’e’ una pattuglia che vigila ed appena subodora qualche movimento sospetto ‘non conforme’, non allineato al ‘pensiero unico’ o alla ‘storiografia a senso unico’, eccoli scattare ‘pavlovianamente’ e battersi perché questo movimento sia tarpato a qualsiasi costo.
E’ accaduto a Cagliari nei giorni scorsi, quando, utilizzando la piattaforma “Movieday”, è stata prenotata, nel cinema “Greenwich”, la proiezione del film “Il Segreto di Italia” del regista Antonello Belluco (premiato miglior film straniero al “Fort Lauderdale International Film Festival di Miami” nel 2015): una storia d’amore sullo sfondo della strage partigiana di Codevigo in Veneto, dove 150 italiani furono trucidati a guerra finita nel maggio 1945. Una di quelle pagine che i Gendarmi della memoria non solo hanno strappato dai loro libri di storia, ma pretendono che nessuno conosca.
Scoperta l’iniziativa, si è scatenata quella che un esperto di antifascismo, come Alessandro Matta, presidente dell’associazione sarda sulla ‘Shoah’, ha definito “una indegna gazzarra contro gestori e personale con incursione punitiva in sala degna del migliore squadrismo dei nostri tempi… Il cinema è stato preso d’assalto da alcune clienti che hanno scatenato in cassa una vera e propria gazzarra squadrista, tacciando di fascismo la povera cassiera e i dirigenti della sala che nulla sapevano”.
Nel frattempo, i Gendarmi si erano intrattenuti nella pagina Facebook del Cinema (“fuori i fascisti dal Greenwich”,“strapperò la vostra tessera in quanto sponsorizzate i fascisti”), ma la parte più grottesca della vicenda si è avuta nel dibattito sulla pagina social. I responsabili di Movieday hanno meritato l’Oscar per i migliori effetti speciali, essendosi affrettati ad annunciare che “in seguito all’accaduto, abbiamo appena inserito nel nostro catalogo un importante e bellissimo documentario (“All’armi siam fascisti” di Lino Del Fra, nda), a disposizione per organizzare un evento di confronto democratico, magari invitando proprio chi ha idee diverse, per porsi insieme l’interrogativo ancora attuale: esiste ancora il fascismo?”.
Ai gestori del Greenwich, invece, un meritato Oscar per la migliore sceneggiatura, avendo scritto di aver “ricevuto degli attacchi violentissimi… 18 anni che lavoriamo per il cinema d’essai e non abbiamo mai dato idea di essere reazionari/ fascisti/ razzisti” e, dulcis in fundo, esibendo la prova inconfutabile di antifascismo: “Nostro nonno lo hanno messo in prigione perché non ha consegnato la fede matrimoniale al fascio”. L’Oscar come migliore protagonista nel dibattito è stato stravinto da Olga, animatrice della protesta, che brandendo la Costituzione ha brindato alla cancellazione del film (“La cosa importante è che non si tenga quella proiezione”) e, dopo aver definito il regista con particolare originalità “fascista, razzista e omofobo doc”, rispondendo in perfetto stile democratico a chi non concordava con la sua iniziativa, lo ha invitato ad un faccia a faccia: “Mi contatti privatamente e potrà farlo di persona. Sono innocua anche se la mano destra ora funziona quasi del tutto, dopo 6 mesi di paralisi grazie ad un’aggressione fascista”. Che sia una reduce degli anni ’70?
Bisogna riconoscere che chiedere la proiezione a nome del Movimento Sociale Sardo – Destra regionale ed intestarla “per ricordare le vittime dei partigiani e dei Martiri delle Foibe” non e’ stata una genialata, bensì una provocazione inutile che non ha fatto altro che determinare un vespaio tale da consentire ai gestori del cinema di rifiutare la proiezione, seppure con un gesto, che avrebbe fatto impallidire Ponzio, motivato con “le fin troppo violente manifestazioni e accuse ingiustificate che abbiamo ricevuto”, nonostante nel capoverso seguente venisse ricordato che il Greenwich è “uno spazio di incontro e confronto, aperto a tutti, anche con chi la pensa diversamente da noi”.
Queste scenette, degne dell’Oscar della vergogna, ad oltre 70 anni da quei fatti, hanno una sola evidente morale: la memoria non potrà mai essere condivisa, ma dobbiamo tutti pretendere che sia almeno accettata e rispettata reciprocamente.
Arsenico
(admaioramedia.it)
10 Comments
Roberta Rossi
All’ultima domanda….risposta: “MAI” !!!!!!!
Pietro Marongiu
I gendarmi della memoria è il titolo di un bellissimo libro del revisionista Giampaolo Pansa e parla di chi si oppone alla ricerca della verità circa quanto accadde in Italia dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Nicoletta Zonchello
Vergogna
Bea Mei
Come per il film “1Anunnaki ” di J.Gress….. inutile fare tutte queste cazzate per non farlo proiettare….su internet chi lo vuole vedere se lo scaricherà….Cmq per qualunque film farei pagare il mancato incasso per la mancata proiezione a chi la provocata !
Maria Rosaria N Piras
Questo fatto dimostra inequivocabilmente che sono stati e sono ancora ESATTAMENTE IDENTICI AI FASCISTI – non si differenziano di una virgola. SVERGOGNATI !!! Ancora non hanno imparato e non impareranno mai la lezione della storia !!! Sappiamo tutti ormai, cosa è successo in quegli anni !!!
Alberto Rilla
Per la precisione, Giampaolo Pansa non è un revisionista, questo è l’appellativo che gli è sempre stato rivolto dalla psicopolizia antifa. Pansa è sempre stato di sinistra, ma a un certo punto della sua vita ha avuto l’onestà di rivelare che la verità ha due facce anche quando si tratta di resistenza.
Falco Pippo
Che schifo, anche la storia viene negata e manomessa da chi ha commesso crimini inconfessabili.
Roberto Moro
Gendarmi in servizio permanente effettivo!
Pierluigi Pisano
Storicamente ci sono stati odi e vendette fai da te causate da strascichi tra oppressori e oppressi. Bene, si doveva far piazza pulita dopo la guerra e questa non si è fatta. Il Migliore Togliatti per favorire la pacificazione fece un gesto distensivo aprendo le porte ai fascisti in galera, oggi la Storia lo condanna. Fu un errore, dovevano marcire in galere perché amnistiati salirono tutti sul carro della DC
Gio Vanni
La verità fa male anche dopo tanto tempo, certe ferite tardano a guarire!!😉