SANITA’, Moirano nomina gli otto direttori delle aree socio sanitarie locali

30 Dicembre 2016

Prende corpo, a poche ore dal 2 gennaio 2017, data ufficiale della sua nascita, la struttura dirigenziale dell’Azienda per la tutela della salute (Ats), l’Asl unica regionale, che tanto ha fatto tribolare la maggioranza di centrosinistra. Appurato che il supermanager sarà Fulvio Moriano, ieri il direttore generale (ancora per poche ore della Asl di Sassari) ha deciso, d’intesa con il direttore sanitario, Francesco Enrichens, e quello amministrativo, Stefano Lorusso, chi saranno gli otto direttori delle Aree socio sanitarie locali che lo affiancheranno in questa nuova avventura. Dopo la presentazione dei curriculum, la scrematura ed i colloqui motivazionali la scelta per la Assl di Sassari è caduta su Giuseppe Pintor, commissario uscente della Aou sassarese ed ex capo di gabinetto dell’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru; ad Olbia andrà Pierpaolo Pani, ex direttore sanitario della Asl cagliaritana; mentre a Nuoro è stato designato Andrea Marras, ex direttore amministrativo della Asl sassarese.

La Assl di Cagliari sarà diretta da Paolo Tecleme, ex commissario della Asl gallurese; quella di Lanusei da Pino Frau, che durante la scorsa campgna elettorale regionale fu indicato come assessore della Sanità dalla candidata Michela Murgia; mentre si sono scambiati il territorio di competenza Antonio Onnis, che passa da commissario della Asl del Sulcis-Iglesiente a direttore Assl di Sanluri, e Maddalena Giua, che fa il percorso inverso. Caso più controverso e non troppo gradito a parte della maggioranza quello della nomina alla Assl di Oristano, dove torna Mariano Meloni, uomo di fiducia dell’assessore Maninchedda, sopratutto per il suo passato come direttore generale Asl ai tempi della Giunta Cappellacci.

Il manager Moirano aveva più volte garantito che la ‘carta bianca’ ottenuta dal presidente Pigliaru gli avrebbe consentito di fare scelte improntate esclusivamente alla qualità ed alla competenza, senza alcuna interferenza partitica, ma esaminata la lista degli otto direttori diventa difficile credere che la politica abbia rinunciato alla sua influenza nelle nomine sanitarie. (red)