Il mare come generatore anche di economia, con riferimento sia alla navigazione, per esempio porti e turismo, che alle attività produttive, come pesca ed acquacoltura. Il decreto legislativo 201, approvato lo scorso 17 ottobre, in attuazione una Direttiva europea, istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo, delegato alle Regioni, con l’obiettivo di promuovere la crescita delle economie marittime, lo sviluppo delle zone marine e l’uso delle risorse marine, ovviamente nel rispetto dell’ambiente, in un quadro ecosostenibile.
Perciò, il capogruppo regionale dell’Udc, Gianluigi Rubiu, propone la creazione di una carta vocazionale per la maricoltura sarda, in grado di organizzare le attività lungo le acque costiere ed a disegnare le prospettive all’interno dello spazio marittimo dell’Isola: “Il provvedimento deve essere approvato nel giro di sei mesi dall’entrata in vigore del decreto. Campania, Sicilia, Puglia e Lazio hanno già elaborato la carta vocazionale per la maricoltura, la Sardegna ancora non ha recepito la Direttiva europea. Non ha neanche nominato il Comitato tecnico scientifico per il varo del piano”.
Per il Consigliere, che sul tema ha presentato un’interpellanza, sarebbe un programma che consentirebbe alla Sardegna di aprire nuove frontiere per l’acquacoltura e la pesca: “Con la carta vocazionale si andrebbero infatti a istituire oltre un centinaio di impianti destinati all’acquacoltura in Sardegna, con la possibilità di nuovi posti di lavoro in un settore in declino. Si pensi alle aziende impegnate nell’itticoltura nella zona tra Sant’Antioco, Portoscuso, Carloforte, Sant’Anna Arresi e Buggerru, con la previsione di nuove infrastrutture per l’acquacoltura. E ancora, la grande prospettiva per la pesca del tonno a Portoscuso e dintorni, con la possibilità di prevedere un distretto del tonno e il riconoscimento delle produzioni tipiche”. (red)
(admaioramedia.it)
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Maddalena Concu
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