Prosegue l’attività della Commissione Attività produttive del Consiglio regionale che ha organizzato un ciclo di audizioni per raccogliere dai diversi portatori di interesse osservazioni utili sulla nuova legge sul turismo che a breve arriverà in Aula. Negli scorsi giorni sono stati ascoltati i rappresentanti di Confindustria, Confapi, Confcommercio e Confesercenti, che hanno ribadito unitariamente le loro perplessità sulla legge che ritengono eccessivamente rigida. Il presidente di Confindustria, Alberto Scanu, in particolare, ha auspicato “una profonda modifica del testo per renderlo più semplice ed efficace, in grado anche di sviluppare di sviluppare una nuova domanda di Sardegna nei mercati internazionali con una governance integrata delle politiche di settore”. Ha insistito anche sulla necessità di contrastare l’abusivismo, ricordando che “il 65% del turismo in Sardegna non transita presso le strutture ufficiali e rappresenta una sommerso che, in termini reali, potrebbe superare 20 milioni di presenze”.
Nel fronte sindacale, Michele Carrus (Cgil) ha definito la legge “da un lato troppo dettagliata e dall’altro priva di grandi novità rispetto al dibattito sulle prospettive del turismo, anche se non mancano aspetti positivi come l’osservatorio sulle politiche di settore ed il Piano strategico regionale”. Ha anche messo l’accento “sull’intollerabile precariato che caratterizza il turismo, comparto che assorbe circa un quarto dei voucher mentre bisognerebbe invece prestare attenzione a quelle imprese che utilizzano lavoro buono.” Per la Cisl, Giuseppe Atzori ha evidenziato la necessità di una maggiore semplificazione, sottolineando che “l’approccio al turismo va allargato ai sistemi territoriali e locali superando il perimetro strettamente alberghiero”. Secondo Andrea Lai (Uil), “occorre privilegiare la qualità del lavoro esigendo il rispetto di standard elevati soprattutto dalle aziende che utilizzano risorse pubbliche”.
Il segretario generale dell’Anci, Umberto Oppus, ha preannunciato un documento dei Comuni sardi con alcune proposte migliorative: “Condividiamo l’impianto della legge e ci sembra utile specificare meglio alcune parti, differenziando gli itinerari del turismo religioso dai cosiddetti cammini, affiancando al turismo culturale anche quello letterario legato ad autori sardi e ad intellettuali che hanno parlato della Sardegna, classificando in modo diverso i b&b se si tratta di dimore storiche o rurali”. A nome della Fish (associazione dei portatori di handicap), Carmelo Addaris ha ricordato che “in Europa il turismo dei disabili e dei loro accompagnatori muove 80 milioni di persone e la Sardegna intercetta questo mercato solo in minima parte; colpa delle strutture alberghiere (come dei portali web) che per l’85% non sono accessibili e della scarsa formazione degli operatori della ricettività”. Di potenzialità sottovalutate ha parlato anche Italo Senes di Assonautica: “Nei nostri porti turistici non solo mancano dotazione essenziali come distributori di carburante e servizi igienici ma soprattutto si avverte l’assenza di un aggancio col territorio, nonostante il turista nautico sia da sempre disponibile a prolungare il suo soggiorno se adeguatamente interessato e motivato”. Giacomo Attardi, presidente regionale del Cai (Club alpino italiano), si è soffermato sul turismo escursionistico, ricordando un protocollo d’intesa con l’Ente foreste (oggi Forestas) “che prevede la realizzazione di una rete escursionistica regionale di oltre 500 km nei territori di 15 Comuni, mentre per il 2017 è prevista la sistemazione del tratto sardo del cosiddetto Sentiero Italia, da Santa Teresa di Gallura a Cagliari, lungo una dorsale di circa 500 km”. Ha anche sollecitato la classificazione tra le strutture ricettive di aree escursionistiche come “rifugi non presidiati, capanne e antichi cuiles dismessi, prevedendo in questi siti anche aree di campeggio per soste non superiori ai 5 giorni”.
Sul tema della nuova legge, è intervenuto anche il consigliere regionale di Forza Italia, Edoardo Tocco, suggerendo che alle attività nei litorali venga permessa l’apertura per tutto l’anno, senza divieti o restrizioni: “Occorre esaltare le peculiarità della Sardegna dal punto di vista turistico e artigianale. L’industria turistica isolana deve svincolarsi da una stagionalità ancora troppo forte. La nostra Isola ha un suo appeal anche nel corso del periodo autunnale e invernale. E’ quindi opportuno trovare delle leggi in grado di favorire l’apertura dei chioschi nei litorali, con un’apertura non solo estiva ma estesa a tutto l’anno. Si deve puntare su una logica di prodotto che si allarghi dalle spiagge all’arte, sino alle tradizioni, alla natura e all’enogastronomia”. (red)
(admaioramedia.it)