Mettete insieme Roberto Colombo e Nicolò Barella ed avrete gli estremi opposti della rosa del Cagliari, in termini di anzianità. I due giocatori rossoblù hanno parlato del momento generale della squadra, a cavallo tra l’amara prima di Genova ed il debutto di domenica sul terreno amico. Lo scontro con la Roma è alle porte.
Sofferenza all’esordio. La sconfitta contro il Genoa è stata vissuta dai due da posizioni differenti. Colombo era in panchina ed ha assistito in prima persona alla sconfitta: “Una partita che ha scavato il solco del passaggio tra Serie B e massima categoria. Ogni sbavatura può costare un gol, attenzione e concentrazione vanno mantenute sempre al massimo. Dobbiamo imparare a soffrire e trarre insegnamento da ciascuna gara, da brava neopromossa. Ho visto comunque grande spirito di squadra e non c’è nulla da resettare dopo Genova: miglioreremo con il susseguirsi delle partite, perché faremo bene senza dubbio”. Barella era squalificato e ha assistito alla partita da lontano: “Ho sofferto molto da casa. Se fosse entrato il palo di Giannetti, forse la gara avrebbe preso un’altra piega”.
Valorizzare i giovani. Il centrocampista, che da gennaio a giugno ha giocato in prestito al Como e ha conquistato il 2° posto nell’Europeo Under 19, rappresenta bene i giovani talenti italiani da valorizzare. Una categoria che in Serie A non gode purtroppo di grande minutaggio: “L’Europeo mi ha fatto crescere tantissimo, mi ha aiutato a capire la realtà internazionale. Abbiamo pagato sulla nostra pelle che i francesi, vittoriosi in finale su di noi, crescono prima e vengono inseriti costantemente nei vari club. Erano più smaliziati di noi, e si è visto. Il Cagliari da questo punto di vista crede molto sui giovani, in virtù anche della partnership con l’Olbia. Una realtà importante”. L’argomento della ‘linea verde’ sta a cuore anche al collega più anziano: “Se sono pronti, i giovani non rappresentano alcun rischio: perché non farli giocare? In Italia esiste purtroppo questa mentalità sbagliata”. Barella è poi ritornato sul valore della scorsa stagione: “Credo che per un giovane sia meglio essere mandato in prestito per farsi le ossa , piuttosto che fare un anno in più nella Primavera. Ho avuto le mie prime difficoltà da professionista, come era logico accadesse. L’importante è reagire ed andare avanti. La mia collocazione tattica? A Como ho giocato mezzala, all’Europeo con la Nazionale ho fatto il mediano. Gioco dove vuole il Mister, all’occorrenza anche come trequartista: però siamo già molto coperti in quel ruolo”.
Senatori preziosi. Colombo, da quando è arrivato nell’isola, non ha quasi mai giocato, ma rappresenta ugualmente una sicurezza per la squadra: “Non importa se non ho visto il campo nella scorsa stagione: vincere la B con un club importante come il Cagliari dà prestigio ad una carriera. Mi sento un po’ una chioccia, e dó il mio contributo per far capire ai compagni com’è l’impatto con la Serie A. Anche quando ero più giovane ho sempre avuto questa attitudine di farmi sentire in campo. I giocatori più esperti sono fondamentali per tenere la barra dritta in caso di difficoltà, fungono da esempio per tutti”.
Arriva la Roma. L’Azzurrino si augura di essere scelto per la partita di domenica contro la Roma di Spalletti, reduce da una dolorosa eliminazione nei preliminari di Champions League: “Spero di giocare. Sarebbe un sogno scendere in campo nella prima gara di Serie A davanti al nostro pubblico. Se dovessi scendere in campo, non ho paura delle eventuali critiche. Sono giovane e devo ancora migliorare tanto. Le critiche, se costruttive, aiutano. Ad ogni modo, saremo pronti per dare il massimo. Titolare e trequartista? Magari…anche se pensando a Strootman e Nainggolan dovrei pensare a come batterli senza metterla sul piano fisico”.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)
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