Cresce l’attivismo dei Comitato del ‘No’ al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi, previsto entro la fine dell’anno. Nel giro di 24 ore sono state presentate due iniziative. Una nasce all’interno del Consiglio regionale per iniziativa di tre consiglieri regionali: Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia), Marcello Orrù (Movimento cristiano-Forza popolare) e Giancarlo Carta (Forza Italia), che hanno raccolto l’invito del Comitato “No grazie”, presentato ad Arezzo, nello scorso fine settimana, da Giorgia Meloni, Giovanni Toti, Roberto Maroni, Raffaele Fitto e numerosi sindaci.
“Il nostro ‘No’ alla riforma è nel merito della proposta – ha sottolineato Truzzu – perché noi vogliamo il cambiamento e ci schieriamo dalla parte degli innovatori. Per esempio, siamo per l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, per consentire ai cittadini di esprimersi, attraverso una consultazione referendaria, sulle scelte dell’Unione europea e per inserire in Costituzione un tetto alla pressione fiscale”. Per quanto riguarda la Sardegna, l’esponente di FdI ha aggiunto che “la vittoria del ‘Sì’ metterebbe a rischio la nostra autonomia regionale, consentendo allo Stato di decidere in modo esclusivo su importanti materia di interesse regionale, dall’energia ai trasporti; sarebbe bene che, su questo punto, il Presidente del Consiglio regionale facesse sentire la sua voce. Inoltre, l’Isola nel nuovo Senato passerebbe da 9 senatori a 3, il taglio più consistente (in rapporto alla popolazione) fra le Regioni a Statuto speciale”.
“L’errore del centro-sinistra è stato quello di non cercare un consenso più ampio in Parlamento alla riforma costituzionale coinvolgendo anche le opposizioni – ha aggiunto Carta – Così è nata una riforma centralista che comprime ulteriormente il ruolo dei Comuni. Noi, invece, siamo per il federalismo municipale, coi Comuni nuovamente protagonisti perché rappresentano le istituzioni più vicine ai cittadini ed ai problemi di ogni giorno”. Per il consigliere Orrù, “le riforme costituzionali vanno realizzate da un Governo e da un Parlamento con legittimazione popolare piena (come accadde nel 1948) e non è il caso del Governo Renzi; inoltre, si fa finta di abolire il Senato che invece diventerebbe un circolo di sindaci del Pd con una rappresentanza regionale del tutto squilibrata, soprattutto a danno della Sardegna”.
Sempre a Cagliari, i consiglieri comunali di Cagliari2016, Piergiorgio Massidda e Pierluigi Mannino, avevano presentato insieme al parlamentare Gaetano Quagliariello, presidente del Movimento Idea, la loro adesione al Comitato dei “Civici e Riformatori per il No”. “In Sardegna – ha detto Mannino – la battaglia per il Referendum acquista un valore particolare perché di fatto se la riforma dovesse passare determinerebbe squilibri tali da compromettere la nostra autonomia speciale. Anni di battaglie dei Sardi verrebbero annullate. Tutto il potere verrebbe accentrato su Roma limitando la possibilità dei sardi di decidere sul proprio futuro”. E Massidda ha annunciato una grande mobilitazione in tutta l’Isola: “Partirà nel prossimo autunno contro una riforma che mortifica la Sardegna”. (red)
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FaithGahan90
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truzzu
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Ardito80054160
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Sardegna365
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