L’arrivo del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a Sassari per sottoscrivere insieme al presidente Pigliaru il Patto per la Sardegna ha scatenato l’opposizione: “Renzi restituisca i fondi scippati in questi due anni e mezzo: tra risorse vecchie e altre solo promesse a babbu mortu, il risultato finale è che Renzi ha scippato più di un miliardo alla Sardegna”, così ha commentato l’ex governatore, Ugo Cappellacci. Ed ha fatto i conti: “700 milioni sottratti quest’anno al bilancio regionale con gli accantonamenti; 300 milioni sottratti nel 2014; oltre 100 milioni tagliati al Piano di azione coesione; 65 milioni di fondi Fsc predati nel 2014: il premier ha attinto a piene mani dal salvadanaio dei sardi senza restituire un solo centesimo. Quello di Renzi ormai è un format consolidato: annunci mirabolanti, cifre da capogiro sparate senza precisare la fonte, promesse che non vengono mai mantenute e che di volta in volta vengono sostituite da altre promesse. Per la Sardegna ricordiamo l’accordo-patacca del 2014, tradito dopo qualche mese, i proclami del 2015 davanti ai cancelli del Mater Olbia e non possiamo dimenticare lo sketch con l’armatore Onorato sul palco della Leopolda 2015, in cui i due si complimentavano a vicenda sulla continuità territoriale realizzata. Quella di oggi è solo una parata elettorale pre-referendaria del Partito Democratico”.
Motivando il suo rifiuto all’invito della Presidenza del Consiglio regionale a presenziare alla firma, Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia, ha parlato di “triste e insignificante passerella. Possono firmare tutti i patti che vogliono, la celebrazione del nulla o, al massimo, delle schiene piegate al capo supremo del Partito democratico. Non è sufficiente e non è di alcun conforto la firma del Patto per la Sardegna con l’elenco dei finanziamenti. I cittadini vogliono conoscere tempi e modalità della spesa, gli impatti economici e occupazionali. Questo è quello che conta, tutto il resto è la solita aria buttata al vento. La vera intenzione del centrosinistra è spacciare questa firma come l’avvio del nuovo piano di rinascita. Ma non dice nulla sui vari dossier che giacciono sui tavoli del Governo, dai trasporti all’energia, passando per la questione industriale”.
“Una presa in giro per i sardi, con tanti soldi promessi solo sulla carta, senza spiegare in quanto tempo verranno spesi ed in quale modo – ha sottolineato il capogruppo regionale dell’Udc, Gianluigi Rubiu – Si tratta di una passerella utile solo a ingannare i sardi. Renzi dimentica il settore primario e strategico dell’economia isolana: il comparto dell’agricoltura è ormai finito nel dimenticatoio. Non si intravedono segnali positivi, nessun investimento, niente progetti per il comparto rurale. Si pensi al settore lattiero caseario e all’universo vitivinicolo, con l’agroindustria diventata l’asse portante per lo sviluppo dell’Isola e le eccellenze agroalimentari sarde protagoniste nelle vetrine internazionali”. Anche per Marcello Orrù, consigliere regionale del Psdaz, un patto che “non porterà nulla di nuovo. Il suo governo ha dimostrato nei fatti, giorno dopo giorno, di essere nemico della nostra terra dove l’economia stagna, l’edilizia è ferma , i disoccupati aumentano e 6.000 scappano ogni anno e dove la giunta Pigliaru, con le sue sciagurate decisioni, sta distruggendo il sistema dei trasporti con tutto ciò che ne consegue per il settore turistico. Renzi dovrebbe cospargersi il capo di cenere prima di iniziare il suo spot , chieda scusa ai sardi a cui ha regalato solo migranti a flotte”.
“Come mai la nostra Isola risulta ancora una volta penalizzata nelle voci di sviluppo più importanti per la nostra Regione: piccola media impresa, trasporti, energia, turismo – ha chiesto l’eurodeputato del Ppe, Salvatore Cicu – La verità è che le risorse di cui tanto si parla non sono il risultato di un progetto chiaro di crescita, ma l’ennesimo intervento emergenziale pubblicizzato come una svolta. Quella di Renzi non è che una visita elettorale per dettare la linea politica ad una Giunta sotto scacco del Governo nazionale. Manca una negoziazione sugli assi strategici che più contano: opere infrastrutturali, continuità aerea e marittima, sostegno alle aziende, zone interne, tutti capitoli di una svolta che può partire soltanto dal tema storico del riconoscimento della condizione di insularità”.
Nessun benvenuto a Renzi anche dal Movimento 5 stelle ed il senatore Roberto Cotti rilancia i temi cari ai grillini: “La Sardegna subisce da oltre 50 anni una grave penalizzazione in ragione delle servitù militari con territorio sottratto ad uno sviluppo più confacente e alla disponibilità dei sardi, ma questo poco importa al presidente Renzi, né a gran parte della classe dirigente sarda, che oggi accoglie il premier in Sardegna stendendo tappeti rossi. Spaccia un Patto come pietra miliare per il rilancio della Sardegna: se la questione non fosse grave ci sarebbe veramente da ridere. Renzi, col suo Patto, promette la bellezza di 2,9 miliardi di euro di investimenti. Con la speranza che non siano, nuovamente, 2,9 miliardi di chiacchiere e distintivo, è certo però che l’Isola aspetta da troppo tempo che venga riequilibrato il peso delle servitù militari, perché queste, in oltre 50 anni, hanno comportato danni all’Isola per importi nettamente superiori”.
I Riformatori, invece, hanno colto l’occasione per rilanciare una delle loro battaglie, quella sulle accise della benzina, che vorrebbero inserite nel Patto: “Un miliardo di euro all’anno, che la Sardegna produce ogni anno nelle industrie che consumano anche il nostro territorio, che consentiranno alla nostra Isola di respirare e alla Regione di mettere in campo quelle politiche per il lavoro che sono sempre più necessarie. Ma anche per partire finalmente con il reddito di cittadinanza. Un giusto ristoro per quanto qua viene prodotto per essere esportato ovunque”, ha detto il coordinatore regionale, Pietrino Fois. (red)
(admaioramedia.it)
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SalvoCicu
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LorLiga
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ugocappellacci
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Sardegna365
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neribrixia
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ignazio_locci
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Andgasperini
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