La Cna Sardegna (Confederazione nazionale dell’artigianato) ha analizzato i dati sulla nati-mortalità delle imprese nel secondo trimestre 2016 registrati da Movimprese. A livello nazionale, c’è stato un incremento di 38mila unità, di cui 14.500 (38,1%) al sud: questo dato evidenzia la crescita che, dal 2008 ad oggi, ha portato la quota del saldo nazionale del Sud dal 29% al 38,1%. Complessivamente il tasso di crescita delle regioni del Mezzogiorno si attesta intorno allo 0,73%, contro lo 0,63% della media nazionale. Dal punto di vista territoriale, tutte le regionale italiane hanno chiuso il trimestre con saldi positivi. Il settore che ha registrato il saldo più consistente è stato il commercio (+8.924 imprese nel trimestre), seguito dalla ristorazione (+6.052), agricoltura (+5.007), costruzioni (+3.055) e servizi alle imprese (+3.008).
Per quanto riguarda la Sardegna, che comunque ha registrato una lieve crescita, va notato che non ha partecipato alla crescita esponenziale delle imprese del Mezzogiorno. Infatti nel corso del secondo trimestre 2016 le Camere di Commercio isolane hanno registrato 2.408 iscrizioni di nuove imprese contro 1.597 cessazioni, con un saldo ‘positivo’ di 811 aziende. Il tasso di crescita registrato è stato dello 0,49%, contro lo 0,62% del resto d’Italia, una percentuale comunque superiore rispetto a quella registrata nell’Isola nello stesso periodo dello scorso anno (0,42%). Nel dettaglio, a livello provinciale, la città che registra il tasso maggiore di crescita è Sassari, con 864 nuove iscrizioni e 512 cessazioni (0,63%), seguita da Cagliari con 987 e 660 cessazioni (0,47%), chiudendo con Oristano, che fa registrare il dato negativo del -0,28%, con 152 nuove iscrizioni e 112 cessazioni.
“Nonostante la Sardegna sia stata tra le regioni più virtuose del 2015, questi primi mesi del 2016 sono iniziati un po’ in sordina – commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale Cna – A livello nazionale registriamo un exploit delle regioni del Mezzogiorno con un saldo positivo di 14.500 imprese e un aumento dell’occupazione autonoma nel commercio e nel settore immobiliare e dell’occupazione dipendente nel settore agricolo. La Sardegna sembra avere il freno a mano tirato, ma c’è da sperare che la seconda parte dell’anno registri un andamento simile a quello del 2015. Nella speranza che il clima di fiducia porti anche ad una ripresa del comparto artigiano che versa in una situazione sempre più critica”.
Roberto Melis
(admaioramedia)
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