Da tempo, ‘cultura e sinistra’ sono considerate un assioma granitico, tanto che frequentemente lor signori tentano di confondere i due termini sovrapponendoli. Un‘idea che vorrebbero salvaguardare a qualsiasi costo, ancor più oggi che un altro famoso assioma (“la superiorità morale della sinistra”) sta vacillando pericolosamente. Ma soprattutto al cospetto di un centrodestra che considerano ‘per tabulas’ composto da rozzi ed incolti.
Questi postulati aleggiano anche nei corridoi del Palazzo Comunale di via Roma. Perciò, appena il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, ha annunciato su twitter una nuova competizione («Parte la gara per la Capitale Italiana della Cultura 2016. Nel 2015 saranno insieme le 5 finaliste europee Siena, Perugia, Lecce, Cagliari, Ravenna») è scattato pavlovianamente il post del sindaco Zedda che ha consegnato il titolo a Cagliari: «Avevamo detto che saremmo andati avanti, lo stiamo facendo. Ora c’è anche il riconoscimento: Cagliari è Capitale italiana della Cultura per il 2015».
Nonostante l’assioma di partenza, il Primo Cittadino non sembra fare tesoro dell’insegnamento di Schopenhauer (“Dimenticare vuol dire gettare dalla finestra una preziosa esperienza”) e snobba un precedente relativo alla competizione per Capitale Europea della Cultura, vinta recentemente da Matera. Infatti, dopo che il maggiore quotidiano sardo aveva sbandierato “Cagliari in testa nei sondaggi”, Artribune (la rivista on line che aveva promosso il gradimento) documentava che i voti erano arrivati «uno al minuto per 48 ore senza sosta nemmeno la notte», spingendosi ad accusare qualcuno, non meglio identificato, di «aver falsificato il sondaggio sul sito».
Ora, dopo il post, inspiegabilmente trionfalistico, del Sindaco, nei corridoi del Palazzo Comunale si è diffuso il panico: pare che la prossima selezione comunale sarà per la ricerca di un hacker specialista in sondaggi. Comunque vada, almeno il titolo di Capoluogo di Regione non glielo toglierà nessuno.
Arsenico
(admaioramedia.it)