Come ben sanno gli olbiesi la città ha tre problemi: il post alluvione, la vertenza Meridiana ed il progetto del Mater Olbia. Ed è proprio su questi che si è giocata, attraverso dibattiti e confronti dentro e fuori i media, la campagna elettorale vinta in volata da Settimo Nizzi contro Giulio Careddu. Certo, non sono questioni che può risolvere (da solo) il Sindaco ma, alla fine, il comune sentire di molti olbiesi ha detto che era meglio avere in corso Umberto un politico cazzuto come Nizzi, con la sua buone dose di esperienza di cose politiche ed amministrative, piuttosto che un ‘homo novus’ come Giulio Careddu con un passato di governo abbastanza recente e venuto fuori dal cilindro delle primarie piddine dopo spaccature a non finire.
Soprattutto la prima questione, però, quella della messa in sicurezza dell’area urbana dal rischio idrogeologico, potrebbe aver fatto la differenza. Perché Careddu ed il centro sinistra hanno sostenuto senza riserve il cosiddetto Piano Mancini, un mega progetto magari tecnicamente ben fatto che però impatta pesantemente sulla città. Nizzi, al contrario, quel progetto lo straccerebbe ma il suo avatar venuto fuori dalle elezioni, più inclusivo e diplomatico, potrebbe anche accontentarsi di modificarlo nelle parti più controverse.
Quella dell’avatar nizziano resta la novità piuttosto significativa di questa tornata elettorale. Tanto era antipatizzante e disposto a fare a sportellate con tutti nella sua vita precedente, tanto appare vocato alla ‘pacificazione’ (termine che ha usato a caldo dopo la vittoria) adesso, con aperture perfino al fair-play nei confronti dell’avversario, cosa che con Giovannelli (azzardiamo ma fino ad un certo punto) non ci sarebbe mai stata. Il tempo cambia e cambiano pure le persone. E il tempo dirà se, nella sua seconda vita politico-amministrativa, c’è riuscito anche con Settimo Nizzi.
SardoSono
(admaioramedia.it)
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webnauta59
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