ARSENICO, Con la Giunta Pigliaru la ‘Sardegna che accoglie’ dimentica i Sardi

Non riescono a convincere i cittadini che non si tratti di un’emergenza, nonostante anche il presidente del Consiglio Renzi si sia impegnato con tutte le sue forze comunicative: “E’ meschino l’atteggiamento di chi parla di sistema al collasso, emergenza, e invasione”. Immancabilmente, il continuo arrivo di migliaia immigrati salvati al largo delle coste libiche – prima negli hotspot sparsi nel sud dell’Italia, per poi indirizzarli nei vari centri di accoglienza in tutto il territorio nazionale – allarma sempre più l’opinione pubblica e crescono le tensioni anche tra le forze dell’ordine che spesso lamentano l’inadeguatezza di uomini e mezzi per contrastare i problemi derivanti all’ordine pubblico. Quando si considera persa questa partita, si cerca di fare leva sui buoni sentimenti ed il circo mediatico espone alla massima potenza le foto dei poveri bimbi morti durante le traversate della speranza o quelle dei più fortunati che addirittura vengono alla luce sulle barche guidate dai mercanti di uomini.

In Sardegna, invece, i nostri governanti vogliono apparire più colti e raffinati, perciò si sforzano di dedicare ai tanti immigrati che sbarcano nell’Isola (ne sono previsti ancora alcune migliaia durante tutto il 2016) le più svariate occasioni culturali. E’ già successo a Cagliari con la Festa di Sant’Efisio (patrono della Sardegna) e poi, campioni di retorica, forzando la storia de “Sa die de sa Sardigna”, sottotitolata “Istorias de migrantes e istorias de migratziones”, essendo convinti, come ha spiegato l’assessore della Cultura Firino, che costoro “scelgono la nostra isola come approdo e nuova casa d’adozione”. Ora, grazie all’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, giunge un’altra preziosa occasione: la “Giornata mondiale del rifugiato”, promossa per il 20 giugno. Perciò, la Regione ha organizzato un megaevento al Teatro Massimo di Cagliari dal titolo roboante: “Nois – La Sardegna che accoglie”. “Una giornata di dialogo, confronto e spettacoli – spiegano gli organizzatori – che intende ripercorrere idealmente il viaggio dei migranti, raccontare cosa succede dopo lo sbarco e le problematiche relative all’accoglienza e all’integrazione”.

Sembra un preciso percorso a tappe, infatti questo evento capita a ridosso degli slanci entusiastici di una certa intellighenzia di sinistra che, prima attraverso la politica (leggasi assessore della Sanità Arru e presidente del Consiglio regionale Ganau, sostenuti da Angela Quaquero, delegata del presidente Pigliaru nella ‘questione immigrazione’), poi coi progetti sperimentali della Cgil, punta a risolvere i problemi della denatalità e dello spopolamento nell’Isola sostituendo i Sardi coi ‘nuovi isolani’, spesso costretti a restare in Sardegna da un sistema dell’accoglienza che non funziona, come dimostrano le sempre più numerose rivolte nei centri di accoglienza. Un’idea folle che dà l’impressione di un pressapochismo immemore del pesante livello di disoccupazione nell’Isola. Al netto della grossa fetta di soldi e di affari che riguardano la generica accoglienza degli immigrati e soprattutto dei minori non accompagnati, la scellerata deriva buonista, caratterizzata da una forte connotazione ideologica che impedisce di valutarne i deleteri effetti, rischia di creare ulteriori conflitti sociali. Quando se ne accorgeranno anche i nostri colti e raffinati governanti potrebbe essere troppo tardi.

Arsenico

(admaioramedia.it)

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