PORTO TORRES, Primo sbarco al nord con 392 immigrati. Circolare ‘frettolosa’ dell’ospedale di Sassari: “Dimettete i pazienti”

Dopo il primo tentativo un settimana fa, poi la nave carica di immigrati fu dirottata in Calabria, anche Porto Torres ha vissuto il suo primo sbarco. Ieri sera, verso le 22, la spagnola Rio Segura ha attraccato sul molo industriale, dove era stato allestito il campo tenda per i primi accertamenti. A bordo 198 uomini, 126 donne e 68 bambini, 392 in tutto, in arrivo soprattutto da Eritrea, Etiopia, Somalia e Sudan. Come hanno raccontato alcuni testimoni, gli immigrati al momento del loro arrivo, hanno gridato “Germania! Germania!”, a riprova della felicità che li coglierà una volta scoperto che sono ospiti in Italia e per di più in un’isola a loro sconosciuta. I nuovi arrivati, sin da ieri sera, sono stati distribuiti in tutti i territori: oltre 100 tra Sassarese e Gallura (nelle strutture di accoglienza di Campanedda, Castelsardo, Ozieri, Palmadula, Valledoria e Trinità d’Agultu); una quarantina nell’Oristanese (Cuglieri, Neoneli, Norbello, Samugheo, Sini, Ula Tirso e Zerfaliu); una cinquantina nel Nuorese (Aritzo e Sadali); poco meno di 200 nel Cagliaritano (Fluminimaggiore ed Assemini).

Durante l’identificazione degli immigrati, gli agenti della Squadra mobile di Sassari ed i militari della Guardia di Finanza di Sassari e Porto Torres hanno arrestato sette uomini (5 egiziani, di cui uno minorenne, uno yemenita ed uno somalo), considerati gli scafisti dell’imbarcazione soccorsa al largo della Libia. I quasi 400 immigrati sarebbero partiti a bordo di gommoni dalla città egiziana di Alessandria per poi essere trasferiti su un peschereccio, poi intercettato e soccorso, sabato scorso, dalla nave spagnola nelle acque del mediterraneo orientale. Un ruolo decisivo per il risultato delle indagini lo hanno avuto due ufficiali di polizia giudiziaria, che si trovavano a bordo della nave spagnola e durante la lunga navigazione verso Porto Torres avevano già raccolto una serie di informazioni decisive per individuare gli ‘scafisti’ che viaggiavano ancora insieme agli immigrati.

Il primo sbarco nel nord Sardegna era stato preceduto dalla polemica generata dalla denuncia del deputato Mauro Pili, venuto in possesso di una circolare urgente del Santissima Annunziata di Sassari, firmata dal Direttore dell’Ospedale, nella quale, proprio ieri mattina, si chiedeva ai direttori dei reparti, facendo esplicito riferimento all’arrivo degli immigrati, “di accelerare le procedure di dimissione, per quanto possibile, provvedendo, nel caso non si potesse in mattinata, a dimettere anche nel tardo pomeriggio”, perché “è probabile che vi sia la necessità di assicurare cure ospedaliere”, inoltre, rivolgendosi al Direttore della Farmacia, di “garantire la disponibilità dei farmaci per il trattamento della scabbia, per malattie infettive e diffusive (Tbc ecc)”.

“Una comunicazione tra la follia e la totale spregiudicatezza – ha commentato Pili – Una Regione allo sbando pianifica lo sfollamento degli ospedali, mandando anzitempo i pazienti ricoverati a casa per far posto ai possibili pazienti in arrivo. Una gestione scandalosa, che conferma la totale incapacità a governare le emergenze e l’inadeguatezza della struttura. L’accoglienza non può essere in mano a dilettanti allo sbaraglio”. Provocando una debole difesa delle Istituzioni: “Non ci saranno dimissioni anticipate di pazienti per far posto ai migranti – si leggeva in un comunicato congiunto dell’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, e del commissario della Aou di Sassari, Giuseppe Pintor – Si tratta di velocizzare procedure già avviate e non di dimettere chi non è nelle condizioni di tornare a casa”. “Anziché smentire ciò che non può essere smentito, si facciano un esame di coscienza e ne traggano le conseguenze”, ha replicato il deputato di Unidos. (red)

(admaioramedia.it)

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