Lo scorso 10 febbraio, in occasione del Giorno del Ricordo, dedicato ai Martiri delle foibe ed all’Esodo giuliano-dalmata, al Sacrario di Basovizza (Trieste) si è svolta una commemorazione, alla quale ha presenziato anche un ex finanziere di Cagliari, Angelino Unali, scampato alla strage. Il ricordo di Laura Brussi, esule da Pola. (red)
Maggio 1945: l’Europa festeggiava una pace raggiunta dopo enormi sacrifici e guardava con ritrovate speranze ad una nuova stagione di progresso civile e morale. Non altrettanto accadeva nella Venezia Giulia ed a Trieste, condannate a subire una nuova ondata di violenza, che avrebbe fatto versare ulteriori fiumi di sangue innocente. Nella città di San Giusto l’arrivo delle bande di Tito ebbe effetti non diversi da quanto era già accaduto in Dalmazia, ripetendosi in Istria ed a Fiume. La Guardia di Finanza, che aveva scritto una pagina importante nella lotta di liberazione, avrebbe avuto diritto, a più forte ragione, ad un trattamento onorevole anche da parte dei nuovi occupatori. Non fu così: anzi, molti finanzieri della Caserma di Campo Marzio, ma non solo, pagarono la grave colpa di essere italiani con un destino atroce: la foiba, od i campi di sterminio della Jugoslavia.
Il sardo Angelino Unali, che ha felicemente raggiunto i 92 anni, fu testimone diretto dei fatti e vide la colonna dei commilitoni, ormai prigionieri, che sarebbero stati infoibati a Basovizza, sul Carso triestino, dove la ‘pietas’ dell’Arma e la volontà dell’Associazione Nazionale Finanzieri Italiani hanno eretto a perenne memoria un cippo ed una lapide coi nomi di tutti i Caduti. All’età di vent’anni, il giovane Unali aveva preso servizio a Pola nel 1942 in qualità di Allievo Finanziere, e l’anno successivo era stato inquadrato ufficialmente nella Guardia di Finanza, con destinazione iniziale proprio a Trieste, dove il primo biennio di servizio coincise con la fase più dura della guerra, al cui termine Angelino venne coinvolto nei tragici fatti del maggio 1945 e dei terribili “quaranta giorni” di occupazione slava.
Il bravo finanziere cagliaritano riuscì a salvarsi dall’eccidio perché sul momento non si trovava a Campo Marzio, dove era acquartierato, ed ha conservato un vivo ricordo di quei giorni davvero plumbei, impegnandosi in una vita di testimonianze e di nostalgie, con lo scopo di non dimenticare quei patrioti, i loro valori, e naturalmente, la barbarie di un assassinio tanto efferato. Al pari di lui, molti Caduti erano sardi ed avevano abbracciato il servizio con la dedizione e l’entusiasmo che fanno parte delle tradizioni civili e militari dell’Isola. Ciò suffraga, a più forte ragione, il duraturo affetto di Angelino per il suo Capitano Acanfora, scomparso nell’agghiacciante destino delle foibe e per tutte le altre Vittime della strage; il suo ritorno in un commosso e reverente pellegrinaggio, e la sua presenza alle manifestazioni celebrative, per lui non certo formali.
Oggi siamo noi ad abbracciare Angelino ed a ringraziarlo per il contributo alla fede ed alla verità storica che ha dato in questi suoi 92 anni, non senza un augurio sincero e cordiale, esteso a tutti coloro che, nella Guardia e fuori, gli hanno consentito di valorizzare e perpetuare la sua importante testimonianza. Non a caso, l’Associazione Nazionale Alpini, in occasione della nuova presenza di Unali a Trieste, ha voluto rendergli omaggio, con il conferimento del titolo di Alpino ‘ad honorem’.
Coltivare il Ricordo, non soltanto nella ricorrenza ormai tradizionale del 10 febbraio, è un dovere comune, sulla scorta dell’alto esempio di Angelino, che anche quest’anno ha voluto mettere in programma un omaggio alla Foiba in segno di memore e pietoso raccoglimento e di preghiera per tutti i Martiri: cosa tanto più commendevole in un momento di rinnovati silenzi e di opinabile disimpegno istituzionale. La memoria della Foiba, delle iniquità che vi furono consumate e del sacrificio davvero ‘gratuito’ delle Vittime, unitamente all’impegno perché simili efferatezze siano per sempre esorcizzate assieme alle loro barbare motivazioni, sono un patrimonio che Angelino ha contribuito a valorizzare in maniera significativa: da una parte, con la morte nel cuore, ma dall’altra, con la certezza di gettare un seme di conoscenza e di attenzione civile che non mancherà di dare frutti rigogliosi. Con questo ringraziamento e con questo abbraccio ci uniamo ad Angelino nel suo grido di allora e di sempre: viva l’Italia!
Laura Brussi – Esule da Pola
(admaioramedia.it)
9 Comments
Bobo Raffo
Bobo Raffo liked this on Facebook.
Paolo Truzzu
Paolo Truzzu liked this on Facebook.
Angelo Fancello
Angelo Fancello liked this on Facebook.
Antonio Tatti
Antonio Tatti liked this on Facebook.
Nunzia Carta
Nunzia Carta liked this on Facebook.
Giovanni Pinna
Giovanni Pinna liked this on Facebook.
Maria Antonietta Marcello
Maria Antonietta Marcello liked this on Facebook.
Stefania Mereu
Stefania Mereu liked this on Facebook.
Giammario Carta
Giammario Carta liked this on Facebook.